01/11/1978 - Omelia Tutti i Santi

Sant'Ilario d'Enza, 01/11/1978
Omelia, Mercoledì XXX settimana Tempo Ordinario, Solennità Tutti i Santi

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Ap 7, 2-4. 9-14; 1Gv 3, 1-3; Mt 5, 1-12

E’ una grande gioia questa festa, è una gioia comune, perché noi onoriamo coloro che hanno passato la nostra stessa condizione, coloro che prima di noi hanno sofferto, hanno tribolato, hanno pianto. Onoriamo coloro che sono stati rifiutati dal mondo e dai seguaci del mondo, sono stati rifiutati più o meno violentemente.

I martiri sono stati rifiutati così come dei pazzi e li hanno uccisi. I vergini sono stati rifiutati come delle persone strane e maniache. I santi confessori, i vescovi sono stati rifiutati come coloro che predicavano delle cose inattuabili.

Oh, alziamo gli occhi al cielo in questa moltitudine così bella, che partecipa pienamente al trionfo di Cristo, e animiamoci a seguirli e guardiamo invece come sono finiti gli impenitenti seguaci del mondo. Guardate un momento giù nell’Inferno, dove nelle tenebre e nel tormento essi sono con satana e guardiamo, in questo paragone, il senso della nostra esistenza, guardiamo il senso della nostra vita, se vogliamo gioire con Cristo e con i santi o vogliamo essere nei tormenti con i demoni, perché non c’è via di mezzo, non c’è strada diversa e il Purgatorio è solo un’anticamera del Paradiso.

Animiamoci, perché troppe volte noi siamo tiepidi, siamo irrisoluti: con dei pretesti più o meno speciosi, apparenti, noi non ci vogliamo impegnare nella via del Signore, noi abbiamo paura di seguire totalmente il Vangelo, di immetterci nella Chiesa con forza e con coerenza. Molti cristiani diventano dei falliti, perché non agiscono con quella decisione che Gesù pone come condizione assoluta: “Chi vuol venire dietro di me”. Sì, noi vogliamo andargli dietro, anche perché non c’è altra gioia vera e definitiva. Noi vogliamo seguire lui, anche se porta la croce e se anche noi dobbiamo portare la croce. Direi ancora di più: noi seguiamo lui perché porta la croce, cioè perché porta la salvezza, dà un senso a tutte le nostre sofferenze e le nostre gioie.

Quanto animo, quanto slancio dobbiamo prendere dalla festa di oggi! Quanta volontà di disprezzo di quello che è il mondo! Nel senso del disprezzare ciò che è contro Dio, ciò che è contro la morale insegnata da Gesù, ciò che è contro le nostre passioni, il nostro egoismo, il nostro orgoglio, ciò che va contro allora l’amore del Signore e l’amore del prossimo. Quanto disprezzo dico, e sottolineo la parola, perché noi siamo i candidati ad essere santi e perciò non un seguire Gesù, voltandoci indietro e sotto sotto desiderando ciò che ci presenta l’altra parte, il mondo, ma una decisione forte, un disprezzo per tutto quello che non è Dio e non conduce a Dio.

La Parola del Signore: “Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”, ecco, noi la possiamo accogliere fino in fondo, se ci mettiamo nello spirito e nella forza delle beatitudini. È seguendo il Signore, è andando con lui che noi possiamo essere nella sua pace, ma non possiamo servire due padroni: è la legge suprema.

Quindi un desiderio vivo di santità, un desiderio vivo cioè di cristianesimo autentico, accolto e vissuto fino alle ultime conseguenze.

CODICE 78M0O0133TN
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 01/11/1978
OCCASIONE Omelia, Mercoledì XXX settimana Tempo Ordinario, Solennità Tutti i Santi
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI I santi
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