01/11/1980 - Omelia Tutti i Santi Matrimonio

Ap 7, 2-4. 9-14; 1 Gv 3, 1-3; Mt 5, 1-12

Questa è una festa magnifica, una festa che riempie fino in fondo al cuore la nostra gioia, una gioia grande perché vediamo la Chiesa del trionfo, la Chiesa della gloria, la Chiesa della pace in Dio. Non è solo la festa degli eroi, il cristianesimo ha avuto sì molti eroi, è la festa di tutti quelli che hanno creduto, sperato in Cristo, che hanno dato alla loro vita il senso di Dio ed ora non più lacrime, non più lutti, non più incertezze, solo gloria, pace, solo una gioia che è la gioia stessa di Dio.Perchè il Paradiso è il possesso di Dio, cioè il possesso della verità infinita, il gaudio dell’amore infinito. Possedere Dio è possedere tutto. Alzando gli occhi al cielo, noi vediamo una moltitudine immensa di uomini che hanno avuto le nostre stesse difficoltà, che hanno avuto le nostre stesse miserie ed ora sono arrivati.

La Chiesa, lo diciamo sempre, è una pellegrina, cioè cammina sulla terra, accetta tutti i doni di Dio e tutte le sue grazie, ma gli occhi e il cuore sono nel Paradiso. I poveri in spirito, gli afflitti, i miti, quelli che sono stati perseguitati, quelli che gli uomini hanno rifiutato come illusi, come un po’ sciocchi, come quelli che non hanno capito, ecco, sono invece gli amici di Dio, per sempre in un gaudio infinito.

E voi sposi avete voluto mettere il vostro matrimonio come un segno di tutto questo, come una profezia, la profezia che dice: le cose di questo mondo hanno sì un valore ed è giusto che il cristiano le possegga, è giusto che il cristiano abbia ciò che è giusto, ma è tutto relativo. E’ tutto relativo. È relativo là, a quella vita beata, per cui il Signore ha detto: “Dov’è il tuo tesoro, ivi è il tuo cuore” (*Mt 6, 21). Avete voluto dire a voi stessi, avete voluto dire a tutti: il tesoro vero di un cristiano è nella grazia di Dio, il tesoro vero del cristiano è nel vivere di fede, è nel vivere sulla Parola del Signore e meravigliosamente camminare a questa luce. Avete voluto dire che il vostro amore è così grande, che non solo vuole insieme possedere il tempo, vuole ancora, possedendo il tempo, possedere l’eternità. Avete voluto dire che la speranza, che anima un cristiano, deve essere così grande, così travolgente, così forte da non essere soffocata da nessuna cosa.

Ebbene noi vi auguriamo, e sapete quanto di cuore ve lo auguriamo, che la vostra vita sia così nella sua grazia sempre, che sia sempre così nel suo amore, perché oggi è un punto di partenza. Voi partite insieme per vivere insieme, per aiutarvi, perché la vita è missione, la vita è responsabilità, la vita non è una futilità che si vive come si può e poi si butta via. Un punto di partenza, di partenza per la vostra devozione, per il vostro senso di responsabilità.

Voi, mentre ringraziate Dio per tutto quello che avete ricevuto, particolarmente dalle vostre famiglie che si sono sacrificate e hanno cercato di darvi tutto il possibile, mentre ringraziate Dio e i vostri genitori, sentite che la voce del Signore vi chiama e vi dice: - Anche noi vogliamo fare tanto, vogliamo fare bene, vogliamo fare con senso profondo di responsabilità; noi vogliamo vivere come ci ha detto il Signore, noi vogliamo percorrere la strada che hanno percorso i santi, noi vogliamo vivere insieme le vere virtù cristiane.

Siamo raccolti in preghiera, vi invochiamo tutto questo, vi invochiamo dal Signore ogni bene, perché la vostra vita sia come la luce di ogni giorno, che dall’alba cresce fino a mezzogiorno. Torna la parola della Bibbia: “La tua luce sia una luce da mezzogiorno” (*).

Questo, in sintesi, è ciò che chiediamo al Signore nell’intercessione della Beata Vergine.