06/02/1983 - Omelia V Domenica Ord Fidanzamento

Sant’Ilario d’Enza, 06/02/1983
Omelia V Domenica tempo ordinario Anno C

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Lc 5, 1-11

“Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla” (Lc 5, 5). C’è per ogni anima, e ancora per ogni comunità, questo tempo della notte e questo tempo del giorno. Il tempo della notte è sterile, è sterile perché nella notte non si è incontrato Gesù in quella pienezza di fede e di amore che è necessaria. Viene poi il giorno, cioè l’incontro con il Signore, l’incontro con Lui, la sua Parola, la sua chiamata, il suo dono. Sì, perché quando c’incontriamo con Lui tutta l’anima è nella luce, tutta l’anima è pronta a donare di Lui e con Lui.

Vorrei che meditassimo a lungo su questo: che la missione, l’andare agli altri, che il potere comunicare la Parola di Cristo agli altri deve avere una preparazione. Non ci si improvvisa apostoli. Certo, è la cosa più grandiosa e valida, è la cosa che dona maggiore ricchezza di gaudio, che fa sentire come la vita è degna di essere vissuta: portare il Signore. “Sarai pescatore di uomini” (Lc 5, 10), ma è necessario superare la notte, cioè è necessario rendersi adatti, e ci si rende adatti mediante quello sforzo di virtù, quella comunione di preghiera, quella maturità di vita cristiana che è necessaria. Non si può dare il Signore con un’anima povera, con un’anima vuota, con un’anima che fatica a conservarsi nella grazia di Dio, con un’anima ancora quindi bambina nel senso deteriore della parola. Per dare il Signore, per darlo in pienezza, per darlo nella giornata che si presenta con le sue pronte e immancabili pene, per darlo, dico, bisogna che l’anima e che la comunità diventi fervida, diventi generosa, diventi impegnata in un lavoro ascetico, in una pienezza di servizio e di grazia. Si dà il Signore quando lo si possiede in pienezza. Si dà il Signore quando c’è veramente la grazia nel suo splendore. Si dà il Signore quando si è imparato a servirlo, perché tutta la vita è un lavoro, tutta la vita è una missione. Non ci sono delle parti e delle altre parti, non c’è la parte dell’evangelizzazione e la parte del riposo. Tutta la vita è evangelizzazione, quando nel lavoro, quando nella famiglia, quando nel contatto con gli altri si esperimenta la nostra vera identità.

Noi dobbiamo essere del Signore, dobbiamo agire con il Signore, dobbiamo essere nelle vere virtù, le virtù di ogni giorno: la virtù di umiltà, la virtù della bontà, la virtù dello spirito di sacrificio.

Ecco allora che vogliamo superare la nostra notte, la notte della mediocrità, la notte della inazione, la notte, il sonno della nostra pigrizia. Vogliamo superarlo e darci al Signore, perché anche per noi si verifichi in pienezza: “Sarai pescatore di uomini”.

E allora ribadire il nostro impegno, ribadire il nostro amore, ribadire la nostra disponibilità. Siamo stati anche troppo pigri, siamo stati anche troppo inattivi, siamo stati alle volte agitati, agitati come quei pescatori di notte, ma di un’agitazione che non era la sua. Noi dobbiamo incontrare Gesù e fare giorno, fare luce, fare amore, molto amore.

CODICE 83B5O01334D
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 06/02/1983
OCCASIONE Omelia V Domenica tempo ordinario Anno C
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale, fidanzamento
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Apostolato, missione
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
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