08/05/1977 - Omelia V Domenica Pasqua

Sant'Ilario d'Enza, 08/05/1977
Omelia, V Domenica Tempo Pasqua – Anno C – Consacrazione allo Spirito Santo

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At 14, 21-27; Ap 21, 1-5; Gv 13, 31-33. 34-35

“Vi do un comandamento nuovo” (Gv 13, 14). Gli apostoli andavano ripetendo: “Abbiamo visto il Signore” (Gv 20, 25) ed era tutto. “Abbiamo visto il Signore”.

Dovremmo anche noi arricchirci tanto, essere in tanta comunicazione con il Signore, da potere ripetere in tutta la nostra vita: “Abbiamo visto il Signore”. E nasce così il comandamento nuovo della carità, che nasce proprio dall’esperienza di Gesù risorto, dalla comunicazione con lui che rende l’anima sensibile e fervida, rende l’anima pronta a tutte le mozioni dello Spirito Santo, che rende l’anima ricca di carità verso tutti, perché il nostro amore verso gli altri nasce solo dall’esperienza di Cristo risorto, dalla vita con lui, dalla gioia con lui. La Pasqua è gioia, la gioia di avere il Signore e tutto quello che il Signore porta con sé.

Io vorrei che oggi sentissimo forte l’invito della Liturgia ad entrare sempre di più in questa comunione con Gesù risorto, in questa comunione di grazia, in questa comunione di amore, per manifestarlo nel nostro amore verso i fratelli, nella nostra vita, nella nostra comunione ecclesiale.

Noi dobbiamo essere portatori non di un qualunque amore, del suo amore: “Amatevi come io vi ho amato” (Gv 13, 34).

E in questa gloria, la gloria di essere con Cristo, la gloria di sapere soffrire con lui, di potere partecipare pienamente alla sua vita, è in questa gloria che noi diciamo una parola nuova, che noi, al mondo invecchiato nel peccato, diciamo che Cristo è risorto, nostra speranza. Noi ne siamo testimoni, noi lo abbiamo incontrato e lo abbiamo incontrato veramente in una grande certezza, perché lo Spirito Santo è diffuso nei nostri cuori, abita in noi e vuole essere la nostra guida, la guida dei nostri pensieri, il movente di tutti i nostri affetti. E si inserisce così fortemente, così eloquentemente quello che un gruppo vuol fare questa mattina.

Cos’è donarsi allo Spirito Santo, che è la grazia di Cristo risorto? Cos’è consacrarsi a lui? E’ prendere coscienza profonda che lui ha preso possesso col Battesimo delle anime nostre, che non è in noi fermo, muto, statico. E’ in noi in una fervida azione, è in noi come ospite che vuole trasformare tutto, per darci la nostra configurazione a Cristo, per farci simili a Cristo e farci simili nell’essere e nell’agire, nelle opere e nell’amore.

Consacrarsi allo Spirito Santo è perciò nient’altro che vivere con più profondità, con più attenzione, con più sensibilità la grazia del Battesimo.

E noi auguriamo che questa realtà prenda sempre più possesso della nostra comunità. E noi auguriamo a tutte le componenti di questo gruppo tre cose.

Noi auguriamo loro di essere attente, attente sempre, attente alla voce dello Spirito, perché lo Spirito Santo parla, ha parlato per mezzo dei profeti, ci è stato comunicato nella Pentecoste, è nella Chiesa vivo e fervido.

Noi auguriamo a voi di essere attente. Sentite molte voci, anzi siete come uno che è vicino ad un torrente: la voce di molte acque. Ecco, sentite molte voci, state attente allo Spirito, sappiate distinguere la sua voce, rifiutate le altre voci che non sono intonate a lui. State attente. La prima sapienza del cristiano è questa attenzione di fede: la Parola di Dio, la ricchezza e la forza della Parola di Dio.

Poi vi auguriamo di essere docili. Ascoltare la voce, tradurla, tradurla nell’umiltà, tradurla nella lotta, perché non c’è gioia senza un necessario superamento. Sappiate vincervi, vincere le forze che in voi stesse possono essere molto insistenti: le voci della pigrizia, le voci dell’orgoglio, le voci della sensualità, dell’impurità. Sappiate vincere queste forze, siate docili perché “lo Spirito Santo vi insegnerà tutto” (cfr. Gv 14, 26), perchè lo Spirito Santo è forza, perchè nello Spirito Santo c’è gioia.

E un terzo augurio: siate intelligenti dell’intelligenza di Cristo. Siate intelligenti nel capire dov’è lo Spirito, nel capire chi è che possiede lo Spirito. L’augurio essenzialmente si traduce: sentitevi nella Chiesa, perché la Chiesa è la Sposa dello Spirito Santo, la Chiesa possiede il carisma di comunicazione con lo Spirito e di diffusione dello Spirito. Siate intelligenti dell’intelligenza che noi chiamiamo lo “spirito di intelligenza”, il secondo dono dello Spirito Santo è l’Intelletto. Vogliate bene alla Chiesa, vogliate bene alla vostra Parrocchia, siate pronte nell’apostolato, siate pronte sapendo che avrete quello che avete dato, che possederete quello che avrete generosamente elargito.

Attente, allora, pronte, docili, dell’intelligenza dello Spirito Santo.

E questo giorno non è, non dev’essere conclusione, questo giorno dev’essere inizio, l’inizio di un vostro (…) per essere testimoni dello Spirito Santo in ogni occasione.

CODICE 77E7O01364N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 08/05/1977
OCCASIONE Omelia, V Domenica Tempo Pasqua – Anno C – Consacrazione allo Spirito Santo
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Comunione con Gesù risorto
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