Is 40,16-21; Fil 3,8-14; Gv 8, 1-11.
La virtù della castità è fondamentale per la santità della famiglia, per il bene della società.
Tutti devono sapere che dal loro comportamento vengono tante conseguenze. I nostri giovani devono essere puri e si devono preparare alla loro vocazione, devono vedere nelle famiglie cristiane l’esempio pieno e totale di rispetto della legge di Dio.
Ma, se avete capito il brano che abbiamo letto, questa grande realtà ha un appoggio, una grazia fondamentale: l’intervento di Gesù.
È Gesù che santifica l’anima e la preserva dal male; è Gesù che consacra le famiglie; è Gesù che istituisce un sacramento affinché la famiglia sia sempre consacrata a Lui e viva nella sua legge. Cioè: essendo il compito un compito difficile, essendo una responsabilità grande, il Signore interviene, Lui personalmente, Lui con tutta la sua bontà, con tutta la sua pazienza, con tutta la sua potenza.
I giovani saranno puri se stanno vicini a Lui, se pregano, se sono prudenti, così come ha indicato Lui: “Siate prudenti come i serpenti e semplici come le colombe” (Mt 10,16).
Le famiglie conserveranno e aumenteranno l’amore, e nelle famiglie ci sarà un dono di grazia, se si riuniranno attorno a Lui, se lo sentiranno come Colui che comprende e comprende fino in fondo. Quanti sacrifici deve compiere una famiglia e quanta abnegazione! Deve essere conscia, deve sperimentare che senza il soprannaturale la debolezza è troppo forte e si spezza facilmente contro gli ostacoli.
Oh, come dobbiamo glorificare la bontà del Signore! Come dobbiamo insistere perché nella famiglia si preghi, perché nella famiglia si accolga la sua parola, perché si possa, giorno per giorno, illuminati dalla sua parola, vincere tutti gli ostacoli!
“Io sono la luce del mondo; - ha detto - chi segue me, non cammina nelle tenebre” (Gv 8,12). Il mondo ha perso il senso della famiglia, il senso della legge di Dio, perché ha perso la fede, perché troppe famiglie si muovono in un ambito esclusivamente umano o, peggio ancora, deteriore. Non è possibile realizzare un’altra cosa, non è possibile fare senza di Lui; non è possibile essere pronti ad accogliere la vita, ad educare bene i figli, se non si sta nella sua luce, nel suo precetto, nel suo indirizzo.
Come dobbiamo pregare perché il Signore venga nella famiglia! Come dobbiamo pregare perché veramente si guardi a Lui, e non si guardi all’egoismo, non si guardi al comodo, non si guardi a quella che è la grande nostra calamità! La calamità di famiglie che si rompono, di famiglie che si sconsacrano, di famiglie che perdono il senso completo dell’onestà.
Quanto male viene dalla sconsacrazione delle famiglie! Sappiamo bene com’è la nostra società. Ecco perché oggi dobbiamo pregare per la nostra famiglia parrocchiale, per tutte le famiglie, perché riconoscano che è in Dio che si devono fondare, è in Dio che devono progredire, è in Dio che trovano la forza.
Ecco perché ognuno offrirà questa messa e vorrà insistere nel pregare per la propria famiglia, perché la propria famiglia sia sempre di più secondo la volontà di Dio, e vorrà fare sempre di più nell’ambito familiare, vorrà fare il suo dovere, adempiere alla sua responsabilità.
Come il Signore ha detto alla donna: “Non peccare più”, d’ora innanzi il peccato dovrà essere totalmente lontano e ci dovrà essere l’esercizio della virtù che il Signore ci comanda per il nostro bene e per la felicità di tutti.
CODICE | 89CBQ01344N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 12/03/1989 |
OCCASIONE | Omelia, V Domenica Tempo Quaresima – Anno C |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Dio fondamento della famiglia |
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