19/03/1972 - Omelia V Domenica Quar San Giuseppe

Sant’Ilario d’Enza, 19/03/1972
Omelia, V Domenica Tempo Quaresima - Anno A

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Ez 37, 12-14; Rm 8, 8-11; Gv 11, 1-45

Le preghiere che si offrono e le offerte che si raccolgono sono per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, la nostra Università, frutto dei sacrifici di cinquant’anni della Chiesa italiana. Noi dobbiamo aiutarla e pregare perché sia sempre più efficace nel bene, nel compito che le è stato affidato dalla Chiesa.

Ed oggi la nostra riflessione divenga viva sul tema evidente che ci è proposto: Gesù Cristo è la resurrezione e la vita. Solo lui ci può liberare dalla morte. Ci ha fatto risorgere ad una vita nuova purificandoci dai peccati, e ci farà un giorno partecipi della vita senza fine nella Pasqua eterna.

Dobbiamo credere profondamente a Gesù Vita, perché nel Battesimo noi siamo stati uniti a lui, perché nel Battesimo noi siamo stati aggregati al popolo che vive della vita di Dio, che è il popolo che lui ha acquistato con il suo sangue e che rende glorioso nel Battesimo. Noi dobbiamo ricordare il nostro Battesimo, perché è lì che siamo divenuti viventi alla grazia, viventi della vera vita di Dio. Gesù nella resurrezione di Lazzaro sottolinea questo grande principio: che è Lui che dà la vita.

Presi dal vortice delle cose, presi dalla impressione di tutte le cose che ci circondano, rischiamo di non ricordare vivamente e non stimare sufficientemente questa vita divina che ci è stata donata nel Battesimo, questa vita che vale più di ogni tesoro perché è una partecipazione alla vita di Dio, perché è questa vita per mezzo della quale noi siamo figli di Dio. È per questa vita che noi siamo uniti a Cristo e siamo uniti a tutti i nostri fratelli nella fede.

Il mistero della grazia che opera in noi deve prendere tutta la nostra attenzione, deve coinvolgere tutta la nostra attività. Dobbiamo “essere degli dei” nel senso totale della parola. Dobbiamo crescere in questa vita, dobbiamo essere strumenti perché venga donata agli altri.

La vita della grazia, voi ricordate, cresce in noi attraverso la nostra partecipazione a Cristo mediante la fede, la speranza e la carità, cresce nella partecipazione ai sacramenti che sono azioni di Cristo, cresce meravigliosamente in noi attraverso il sacrificio della Messa, cresce in noi attraverso il nostro sacrificio e le nostre opere buone, cresce mediante la nostra preghiera che è (?) cioè che permette al Signore di prendere possesso di noi, nella sua parola e nella sua misericordia.

Quanto dobbiamo desiderare di crescere nella grazia e come dobbiamo considerare povera una vita, che si trascina nella mediocrità, e come ci dobbiamo sforzare di aumentare questo patrimonio per noi e per la Chiesa universale, perché noi siamo efficienti, perché noi siamo comunicativi nella stessa proporzione che abbiamo la grazia. La salvezza non dipende dalle nostre parole e dalle nostre opere, dipende dalla nostra partecipazione a questo mistero di vita che è in Cristo. Preoccupiamoci perciò, in questi quindici giorni, di operare radicalmente la nostra conversione pasquale, perché si opererà nella misura in cui noi stimeremo e ameremo la grazia e la porremo (?) nel nostro cuore.

CODICE 72CIQ01344N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 19/03/1972
OCCASIONE Omelia, V Domenica Tempo Quaresima - Anno A
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Grazia
ARGOMENTI Grazia
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