Is 58,1-9; Mt 9,14-15
“Allora digiuneranno”. Dobbiamo sentire forte l’invito alla penitenza. Dobbiamo sentirlo, questo invito, che non è un invito alla tristezza, al cupismo, al pessimismo: è l’invito alla gioia, perché è l’invito a comunicare più profondamente, più intimamente con Gesù, lo sposo della Chiesa.
Dobbiamo avere sempre davanti questa visione. Giusto il fare penitenza, ma il fare penitenza non bisogna considerarlo qualche cosa di pesante e di oscuro, ma come un mezzo per poter stare più uniti a Gesù, un mezzo per liberarci dall’onere delle nostre colpe e dai condizionamenti delle nostre passioni.
In questi giorni dobbiamo sentire come siamo creature. Cosa vuole dire essere creature? Vuol dire: noi siamo dei creati da Dio e tutto quello che abbiamo, lo abbiamo da Dio, di nostro non abbiamo nulla. Dobbiamo sentire come le cose più semplici, ci chiamano a questo senso della creaturalità, che siamo Suoi, perché Lui ci ha fatto, perché Lui ci mantiene nell’esistenza e nella vita, perché Lui ci dà l’ossigeno per i nostri polmoni e il cibo per sostentarci, perché Lui ci dà la grazia di poter pensare e di poter amare, perché dal Suo cuore c’è la compassione per i nostri peccati.
Dobbiamo sentire sempre di più come il peccato ci distacca da Dio, come il peccato è una follia se ci fa andare contro Dio, se ci fa andare contro i suoi supremi diritti, perché Dio ha il dominio su di noi, un dominio totale, un dominio che sarà di sempre, che sarà di questo tempo, che sarà dell’eternità, che noi, essendo Suoi, vivendo solo del Suo dono, dobbiamo assolutamente, per la nostra felicità, fare quello che Lui vuole, quello che Lui dispone per noi, sapendo bene che lo fa nella Sua infinita sapienza e nel Suo ineguagliabile amore.
Abbandonarci dunque a Dio nell’amore, riconoscendo i Suoi supremi attributi, riconoscendo quanto gli dobbiamo, perché dobbiamo sempre di più acquistare lo spirito di penitenza, cioè il dolore vero delle pazzie che abbiamo fatto peccando, dobbiamo acquistare sempre di più con chiarezza quale deve essere la nostra posizione in avvenire: servire Dio, siamo al mondo solo per questo: amare, conoscere, servire Dio.
CODICE | 83BHQ0134YN |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 18/02/1983 |
OCCASIONE | Omelia, Venerdì dopo le ceneri |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAP | CREDITS