26/02/1982 - Omelia Venerdi Ceneri

Sant’Ilario d’Enza, 26/02/1982
Omelia, Venerdì dopo le Ceneri

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Is 58,1-9; Mt 9,14-15

È con loro, lo sposo è Gesù e quando c’è Lui c’è sempre festa, c’è sempre gaudio profondo, c’è sempre la speranza che vince ogni tristezza ed ogni difficoltà.

Noi lo dobbiamo sentire il nostro Salvatore, lo dobbiamo sentire vicino al nostro cuore, ad ogni cuore, ad ogni cuore che crede, ad ogni cuore che trepida, ad ogni cuore che è tentato, ad ogni cuore che è nell’afflizione, il Signore è presente.

Ecco perché, quando parliamo di digiuno quaresimale, cioè di purificazione vera e intima, noi parliamo non come di un lutto, non come di una tristezza, ne parliamo come di una gioia: la gioia del dono. Ed è su questo che dobbiamo insistere, proprio perché il Signore ci vuole purificati e ci vuole adatti a ricevere di più.

Se ci domanda l’assiduità e la forza della purificazione è per essere con noi più largo, perché il nostro cuore con la purificazione si dilata e può ricevere di meglio, di più.

Dal suo Cuore divino esce una fontana di grazia e chi va alla fontana deve cercare di poter portar via quanta più acqua è possibile; ecco Gesù è cosi in mezzo a noi, è così motivo della vera pace del cuore, della vera serenità, motivo di quella forza che nell’andare avanti cresce, di quella forza che diventa principio di tutto il senso della nostra vita.

Particolarmente il Signore ha sottolineato la sua benedizione, la sua straordinaria effusione di grazia per la famiglia. Ha detto che benedice le famiglie che si consacrano a Lui, che in queste famiglie c’è una specialissima sua presenza, c’è Lui come centro e come sostegno.

Troppe volte nelle famiglie noi non portiamo quello che dovremmo portare, perché ognuno ha le sue responsabilità, dal bambino all’adulto, ognuno ha la sua parte viva e determinante.

E come lo potrà portare sempre? Come potrà nella famiglia avere quell’amore, quella comprensione, quella pazienza, quel saper vedere e saper tacere, saper parlare e sapere servire, se non ha Gesù con sé?

Perché presto ci stancheremmo, perché ci lasceremmo prendere dai nostri umori cattivi, avremmo una continuità di egoismo che si esprime così in nervosismi, in impazienze, in oppressione degli altri, in smanie che rendono la vita familiare particolarmente pesante.

Ecco il Cuore di Gesù posto al centro della famiglia, ognuno deve attingere per essere veramente al suo posto, per essere veramente nelle sue vere proporzioni per essere così segno dell’amore di Gesù e invito all’amore di Gesù.

CODICE 82BRQ0134YN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 26/02/1982
OCCASIONE Omelia, Venerdì dopo le Ceneri
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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