14/02/1986 - Omelia Venerdi dopo Ceneri

Sant’Ilario d’Enza, 14/02/1986
Omelia, Venerdì dopo le Ceneri

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Is 58,1-9; Mt 9,14-15

La penitenza. Dobbiamo sentire la responsabilità di fare penitenza. Dobbiamo sentire che solo nella penitenza possiamo collaborare fino in fondo al Regno d Dio, perché il Regno di Dio trionfi in noi e trionfi nel mondo. La penitenza. Penitenza in cui dobbiamo coinvolgere sia la nostra anima, sia il nostro corpo. Sia la nostra anima: vi sono tante forme di digiuno, perché abbiamo l’anima troppo spesso ingombra di molte cose. Abbiamo un’anima piena di desideri strani, di fantasie pericolose, di pensieri di orgoglio ed ambizione e di risentimento e d’invidia. Fare digiunare l’anima da tutta questa che è solo una cattiva e disordinata cosa. Fare digiunare l’anima perché resti nella serenità e nella pace del Signore e corrisponda al piano di Dio. Perché, se digiuniamo da queste cose malsane, possiamo ascoltare meglio lo Spirito, perché lo Spirito dentro di noi è Spirito che ama e che parla. Le chiamiamo buone ispirazioni tante cose che lo Spirito Santo può far fiorire in noi in maniera mirabile. Può far fiorire in noi e noi possiamo essere guidati dalla preziosa guida di chi ha infuso nell’anima nostra fin dal Battesimo i suoi sette doni e vuole illuminarci, sorreggerci e guidarci. Digiuniamo da tutte le sciocchezze per avere tanta ricchezza di dono, per avere tanta preziosità di guida. E mortifichiamoci anche nel corpo. Perché il nostro corpo è troppe volte ribelle, e vuole essere il padrone dell’anima e vuole che l’anima si sottometta ai suoi cattivi desideri. Far penitenza nel corpo perché senta che invece deve ubbidire all’anima, che invece deve essere il collaboratore dell’anima. Il nostro corpo non è da disprezzarsi, ma è da dominarsi. Bisogna che siamo padroni della nostra sensibilità, che facciamo adoperare tutti i doni che il Signore ci ha dato anche attraverso il nostro corpo. Fate penitenza, dice il Signore. Certo. Ci sono tanti modi di fare penitenza. Ognuno di noi scelga quello più proprio, quello che incide di più, quello che ci sgombra meglio il cammino e allora la penitenza non sarà una cosa penosa. Sarà un progressivo arricchimento, una grande forza di liberazione. Questo vogliamo chiedere al Signore perché, come abbiamo detto prima, il Signore gradisce il cuore penitente e noi dobbiamo dire: “Signore, lavami da tutte le mie colpe. Lavami perché collaboro, lavami perché voglio essere con te, voglio essere docile, voglio essere umile, voglio essere coerente”.

CODICE 86BDQ0134YN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 14/02/1986
OCCASIONE Omelia, Venerdì dopo le Ceneri
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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