04/12/1987 - Omelia Venerdi I Avv Nov Imm 6

Sant’Ilario d’Enza, 04/12/1987
Omelia, Venerdì I settimana Tempo Avvento, Novena Immacolata – VI giorno

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Is 29, 17-24; Mt 9, 27-31.

Quei due ciechi volevano vedere, hanno avuto fede e hanno visto. E così dev’essere anche per noi. Bisogna che abbiamo la consapevolezza della nostra cecità, del nostro poco vedere. Abbiamo, troppe volte, lo sbaglio di accontentarci della nostra scarsa vista. I due ciechi ci insegnano: bisogna gridare al Signore e il Signore compie il suo miracolo. Anche noi dobbiamo gridare per avere molta luce, tanta luce nella nostra anima; troppe volte nel cuore dei cristiani c’è solo un crepuscolo, ci si vede male, molto male e perciò anche le opere sono, di conseguenza, poche e scarse. Bisogna vederci molto, proprio perché il Signore è uno splendore di luce meravigliosa. La Madonna ha saputo entrare pienamente in questa luce, ha saputo entrare. Colpisce subito, appena aperto il Vangelo, la fede di Maria Santissima: una fede piena, una fede generosa, una fede pronta. La Vergine Santa ha realizzato lo splendore nella sua anima, per questo è stata tanto bella che ha attirato Dio. Quando l’Angelo andò da Lei, le disse che era graditissima, molto gradita a Dio. Dio, che è luce, ha visto che lei aveva ricevuto la luce ed era pronta a ricevere tanta luce; a tanta luce il Verbo Divino, il Verbo seconda Persona della Santissima Trinità, ha preso carne nel suo grembo.

La Madonna, la Vergine della luce, ci insegna. Ci insegna che, se vogliamo rimanere nel fervore, se vogliamo essere nella pace, se vogliamo avere la chiarezza delle idee e la gioia dell’operare, dobbiamo intensamente chiedere, gridare al Signore la nostra povertà, gridare al Signore la nostra miseria e il Signore ci guarda e il Signore illumina le nostre tenebre.

È proprio l’inizio del Vangelo di San Giovanni che ce lo ricorda: “La luce splende nelle tenebre − dice parlando dell’Incarnazione del Verbo – ma le tenebre non lo compresero” (cfr Gv 1,5). Bisogna che abbiamo invece tanta sensibilità, per muoverci su un piano di intensa fede, di intenso colloquio con il Signore, per aprire la nostra anima alla sua Parola. Proponiamoci perciò di meditare bene la Parola di Dio, di ascoltare quello che è l’ammaestramento, di aderire a questo invito di luce e di grazia, perché anche noi possiamo, come i due ciechi, lodare e benedire Dio.

CODICE 87N3N01310N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 04/12/1987
OCCASIONE Omelia, Venerdì I settimana Tempo Avvento, Novena Immacolata – VI giorno
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Dio è luce, la Madonna è la Vergine della luce
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