Is 29, 17-24; Mt 9, 27-31
“Credete voi che io possa fare questo?”.
È sempre la fede che è richiesta, la fede che è fiducia, la fede che è sicurezza. La sicurezza della sua bontà e della sua potenza. Vorrei che continuassimo il nostro esame sulla fede, perché la fede ci dà la retta visione delle cose. Troppo spesso anche noi siamo ciechi, ciechi perché non sappiamo vedere quello che vale veramente, non sappiamo vedere lo splendido, il bello e il grande e ci fermiamo disgraziatamente nella considerazione di valori minimi, anzi ci attacchiamo a cose che ci impediscono un cammino sciolto e forte. Il Salmo 26 insiste: “Il Signore è mia luce è mia salvezza”. È luce, è proprio nel Signore che abbiamo la visione giusta di noi stessi, la visione giusta del mondo, la visione giusta delle cose del mondo. Cosa vuol dire avere l'anima di un povero se non avere l'anima veramente piena di luce, ripetendo a noi stessi: “Dio è mia luce e mia salvezza”, in Dio devo tenere il mio cuore, in Dio deve essere tutta la ragione della mia attesa, in Dio non nelle cose, in Dio il mio tesoro. Lo ha detto Gesù: quando diamo troppo valore alle cose, quando ci attacchiamo e ci asserviamo alle cose, il nostro cuore non è più di Dio, è delle cose di questo mondo, che non danno la felicità e passano con la rapidità di un lampo. Noi dobbiamo chiedere alla Madonna stasera una partecipazione al suo spirito di fede e di distacco, perché la Madonna è stata in pienezza la povera del Signore. Ha abbandonato tutto per fare la volontà di Dio, ha rinunciato ad ogni sua cosa, per essere unicamente del Signore. La sua verginità ha avuto questo senso: tutta di Dio, solo di Dio. La Madonna ci guida ad avere l'anima sgombra, a non occuparla con preoccupazioni eccessive e inutili, con preoccupazioni che ci fanno rovesciare la gerarchia dei valori, ma che ci fanno considerare come sono preziosi i tempi dati alla preghiera, gli spazi dati alle opere buone, perché qui sta il segreto. La fede ci indica che la nostra vita ha un notevole valore non per le cose ma per l'amore, che sappiamo mettere nell'uso delle cose, per l'amore a Dio, per l'amore agli altri, con equilibrio, con serenità, con forza. Ecco perciò chiediamo questo animo, perché il Signore lo possa riempire e possiamo ripetere ancora le parole del Salmo: “Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi”. Ecco dov'è il tuo tesoro: è nel cielo, dice il Signore. Ecco, è lì che avrai la tua contemplazione e il tuo gaudio.
CODICE | 80N4N01310N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 05/12/1980 |
OCCASIONE | Omelia, Venerdì I settimana di Avvento - Novena Immacolata - VII giorno |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | La Fede |
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