Ez 18,21-28; Mt 5,20-26
“Se dunque presenti la tua offerta all’altare”. Quando noi ci avviciniamo all’altare, ci avviciniamo per entrare in comunione con Cristo Signore. Gesù, ogniqualvolta si celebra l’Eucarestia, rinnova l’opera della Sua Redenzione. Il Signore rinnova davanti al Padre la Sua oblazione, dice il Suo amore per noi e ci vuole unire a sé in una totale unità. Ecco perché, se presenti la tua offerta, tu devi essere tale da poter essere unito a Cristo, da potere presentare il tuo sacrificio di lode, da poter essere quella offerta pura, santa e immacolata che ricordiamo sempre nella preghiera eucaristica. Tu devi, evidentemente, con molta generosità purificarti. Ogni sentimento che non piace al Signore deve essere sradicato da te. E qui troviamo una delle cause per le quali noi delle volte attingiamo poca grazia. Nell’Eucarestia vi è un mare di grazia, un oceano infinito in cui Dio ha messo tutte le sue ricchezze. Noi partecipiamo alla messa, ma ne ricaviamo poco profitto. Noi formiamo esteriormente una sola cosa con Gesù e con i fratelli ma in realtà teniamo dentro al nostro cuore delle cose che ci impediscono sia l’unione con Gesù, sia l’unione con gli altri. Di qui, urgente è la necessità di purificarci il cuore. L’invito penitenziale della Messa è un invito di sostanza, è un invito importantissimo: noi non possiamo accostarci al Santo dei Santi con l’affetto al peccato, con delle mezze misure, con un cuore svogliato e pieno di tante cose che offendono la maestà infinita di Dio. Noi dobbiamo impegnarci perché tutto sia in spirito penitenziale. Quando andiamo alla Messa, andiamo al rinnovamento dell’atto penitenziale di Gesù. Cosa ha fatto Gesù sul Calvario? Quale terribile penitenza si è addossato? Non per i suoi peccati, per i nostri peccati. Alla messa dobbiamo accostarci in questo spirito, chiedendo a Gesù di parteciparci un po’ del Suo dolore per i peccati, un po’ del Suo rifiuto, un po’ del Suo Amore per la gloria del Padre. È uno sforzo grande, ma è per entrare nella realtà della messa, che è una realtà penitenziale. Ricordiamoci: una realtà piena di penitenza e, se noi non siamo dei penitenti, siamo degli estranei e i frutti di grazia non arrivano fino a noi. Dobbiamo domandare l’intercessione della Madonna, Lei che ai piedi della Croce vedeva quale grande, terribile castigo il Padre dava per il peccato. Domandiamo la Sua intercessione per liberarci da tutte le nostre iniquità e formarci un cuore nuovo e uno spirito nuovo.
CODICE | 81CCQ013 |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 13/03/1981 |
OCCASIONE | Omelia, Venerdì I Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Purificare il cuore |
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