15/12/1978 - Omelia Venerdi II Avv Novena Natale 1

Sant'Ilario d'Enza, 15/12/1978
Omelia, Venerdì II settimana Tempo Avvento, Novena Natale - I giorno

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Is 48, 17-19; Sal 1; Mt 11, 16-19

L’angelo Gabriele portò l’annuncio a Maria e Maria seppe pronunciare il suo sì.

È nell’ordine del sì che si sviluppa tutta la nostra vita di iniziativa, di forza, di progresso. Non ci si avanza che con il sì: il mezzo sì interrompe il cammino, il no lo inverte.

Ecco perché il profeta Isaia ci dice, la Parola del Signore è una parola di rincrescimento: “Se avessi prestato attenzione ai miei comandi, il tuo benessere sarebbe come un fiume”.

Cosa vuol dire andare incontro al Natale, se non saper accogliere questa meravigliosa realtà della grazia di Dio, che viene incontro a noi come un fiume maestoso? Una grazia mirabile, una grazia che ci costituisce così come ci vuole Dio: ci costituisce nella bontà, ci costituisce nella carità, ci costituisce nella perfezione della carità, che è l’amicizia. Ci fa vedere nei nostri fratelli l’immagine stessa di Cristo.

Noi abbiamo bisogno di imparare di più questo nostro vero accondiscendimento alla volontà di Dio, questa nostra adesione convinta e forte. Troppo giochiamo sulle parole, troppo giochiamo sulle azioni e non abbiamo una linea retta, perché smentiamo con le parole quello che già ci siamo proposti e più ci smentiamo con le opere. Le nostre opere suonano male, perché mancano di rettitudine, mancano di linearità, mancano di trasporto e di forza.

Allora prepararsi al Natale è restare con umiltà nella volontà di Dio, nell’osservanza dei comandamenti. Non si richiede da noi delle cose mirabili, non si richiede da noi delle cose eroiche, si richiede da noi l’umiltà dell’ubbidienza a Dio, l’umiltà che dice: “Signore, tu devi fare ciò che tu vuoi!”

Il Signore ci tratta con gioia e ci tratta con amabilità e noi non approfittiamo della gioia. Il Signore ci tratta con il dolore e noi al dolore ci ribelliamo e non approfittiamo del dolore.

Ecco, era quello che diceva Gesù agli Ebrei: “Siete simili ai fanciulli, che non stanno alle regole del gioco, che non si sa che cosa vogliono”.

Noi dobbiamo imparare a vivere così nella linearità dei comandamenti di Dio, perché la nostra carità non può basarsi sul sentimento, non può basarsi sull’entusiasmo, non si può basare su un’affinità umana. La nostra carità deve basarsi sulla sua Parola, sul suo comando, su quello che lui ha stabilito per fare della nostra vita il suo regno, perché noi viviamo di lui e sappiamo veramente ascoltare la sua voce.

Ecco allora che cominciamo proprio con il Salmo primo: “Beato l’uomo che si compiace della legge del Signore, che la sua legge medita giorno e notte” (Sal 1, 1-2).

È in questa volontà di santità, è in questa volontà di fruttificare, è in questa volontà di osservare tutta la legge del Signore, che noi poniamo con generosità e con fedeltà il nostro proposito.

CODICE 78NEN01311N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 15/12/1978
OCCASIONE Omelia, Venerdì II settimana Tempo Avvento, Novena Natale - I giorno
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Maria: accogliere la grazia
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