Gn 37,3-4. 12-13. 17-28; Mt 21,33-43. 45
“Il Regno di Dio vi sarà tolto” e fu tolto. Il popolo degli ebrei perdette la sua posizione di privilegio, perché non credette all’amore di Dio. Lo aveva detto il Signore, aveva annunciato questa mirabile iniziativa dell’Altissimo. Aveva detto: “Dio ha tanto amato il mondo”. E la prova? La prova totale, la prova che non ammette dubbi: ha dato il Suo figlio unigenito. Lo ha dato vuol dire lo ha consegnato, lo ha dato alla morte.
Dio Onnipotente, Dio sapientissimo lascia in preda al dolore più terribile e a una morte infame il Suo figlio. Che cosa poteva fare di più? Come poteva manifestare meglio quello che era il suo cuore? Come poteva meglio dare la prova anche ai più increduli?
Tutta la vita cristiana, in fondo, sta qui: nel credere a questo amore. Chi crede ha la chiave per capire tutto. Chi crede sa e sa con certezza che nessuna apparenza può essere un motivo valido. Dio ci ama. Nessun dolore, nessuna contraddizione, nessuna prova può farci dimenticare questa verità: Dio ci ama.
Dio ci ama e tutto conduce nell’ordine sapientissimo e fortissimo del suo amore. Dio ci ama e allora la nostra posizione è la posizione dei figli che restano sicuri nelle braccia del Padre, è la posizione di coloro che sanno che questa terra di esilio prepara la Patria di gaudio e di pace.
Crediamo nell’amore di Dio e operiamo nell’amore di Dio e non stanchiamoci di operare nell’amore di Dio, perché non succeda anche a noi che rifiutando l’amore cadiamo nella giustizia, che non succeda anche a noi che ci venga preso come agli ebrei il Regno di Dio e venga dato ad altri che lo sanno fare fruttificare.
CODICE | 82CBQ01341N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 12/03/1982 |
OCCASIONE | Omelia, Venerdì II settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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