03/05/1974 - Omelia Venerdi III Pasqua s.Filippo e Giacomo Primo venerdi mese

Sant'Ilario d'Enza, 03/05/1974
Omelia, Venerdì III settimana Tempo Pasqua, festa Santi Filippo e Giacomo Apostoli Primo Venerdì mese

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1 Cor15, 1-8; Gv 14, 6-14

Stasera noi chiediamo, nella loro festa, ai santi apostoli Filippo e Giacomo di introdurci meglio nel Cuore di Gesù.

Di Filippo abbiamo questa frase: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”(Gv 14, 8). Filippo era desideroso di potere comunicare col Padre e Gesù gli insegna che, comunicando con lui, è già in diretta comunicazione col Padre. Di Giacomo, che era cugino di Gesù, conosciamo come è stato una delle colonne della Chiesa di Gerusalemme, come era di una santità così eccezionale da riscuotere la venerazione anche di coloro che perseguitavano i cristiani. Era un uomo soprattutto di intensissima preghiera. Vogliamo allora chiedere a questi apostoli la grazia di potere comunicare meglio col Cuore di Gesù in un grande desiderio di verità e in un grande desiderio di preghiera. In un grande desiderio di verità, perché è dal cuore di Gesù che ci viene la vera conoscenza del Padre: man mano che noi entriamo in famigliarità con Gesù, man mano che noi comunichiamo con lui nell’Eucaristia, ci si accresce fortemente il desiderio di Dio, delle cose di Dio, della sapienza di Dio e vinciamo quella che è detta la sapienza del mondo. San Paolo osserverà: “Una sapienza che è stoltezza” (1 Cor 3, 19), veramente, perché il mondo dà delle verità che sono parziali, che sono false proprio perché contengono solo qualche cosa e non possono non condurre perciò all’errore, all’errore pieno, alla disgrazia piena.

Noi dobbiamo chiedere al Signore di vincere il mondo, le tentazioni del mondo, le suggestioni del mondo, noi dobbiamo essere così pronti e così fedeli all’ascolto della Parola di Dio, da porla come unica norma e unica guida della nostra vita. Solo la Parola di Gesù, sempre la Parola di Gesù. La devozione al Sacro Cuore di Gesù è la devozione della verità; noi da Gesù apprendiamo la verità, solo lui ha potuto dire: “Io sono la Verità” (Gv 14, 6), non io do delle verità, “Io sono la Verità”!

E la seconda grazia che chiediamo è quella di imitare Gesù nella preghiera. San Giacomo aveva appreso questa lezione, lui che era vissuto così vicino al Signore, evidentemente lo aveva conosciuto ancora prima della vita pubblica, lo aveva conosciuto come cugino anche durante la vita di Nazareth, aveva imparato soprattutto a pregare. Chi sta con Gesù impara a pregare, la vera preghiera è una comunicazione che ci dà lui! Dobbiamo chiedere la gioia di pregare, il gusto di pregare, la forza per superare gli ostacoli che il Diavolo pone a noi, perché sa che, se abbandoniamo la preghiera, se abbiamo una preghiera discontinua, se abbiamo una povera preghiera, noi non riusciamo a niente! Al Cuore di Gesù, modello di preghiera, chiediamo la grazia di saper pregare, di avere sempre in ogni momento la gioia di pregare, la gioia cioè di unirci a Gesù nell’andare al Padre. Sono due grazie che noi poniamo così sull’altare per i meriti dei nostri santi apostoli.

CODICE 74E2O01362N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 03/05/1974
OCCASIONE Omelia, Venerdì III settimana Tempo Pasqua, festa Santi Filippo e Giacomo Apostoli Primo Venerdì mese
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Conoscere Gesù e il Padre, pregare
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