27/03/1981 - Omelia Venerdi III Quar

Sant’Ilario d’Enza, 27/03/1981
Omelia, Venerdì III settimana Tempo Quaresima

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Os 14,2-10; Mc 12,28-34

“Amerai, dunque, il Signore Dio tuo”. Gesù ci ha salvato perché ci ha insegnato il vero amore. Gli uomini non sapevano amare. La storia dell’umanità era stata una storia di ribellione e di odio, una strada che aveva manifestato quanto l’orgoglio faceva diventare ciechi, introversi, spaventosamente rinchiusi nel proprio egoismo.

Perché Adamo ed Eva hanno peccato? Perché invece di porre la loro felicità nell’amore di Dio, l’hanno posta in se stessi. Il suggerimento del demonio era precisamente qui: sarete come Dio, convergerete dunque, su di voi stessi l’attenzione e l’amore, e allora la grande confusione che da questo momento è venuta in tutti gli uomini. Hanno creduto che amarsi fosse così, idolatrarsi: “Sarete come dei”. Idolatrarsi, credere a qualche cosa che era assurdo: che l’uomo potesse essere il centro dell’uomo. È Dio il nostro centro e, come tutte le cose sono governate dalla forza di gravità, così deve essere nel mondo morale: tutto deve tendere, tutto deve lanciarsi verso questo centro di amore che è Dio nella Sua infinita grandezza. Bisogna amare Dio e Gesù ce l’ha insegnato, ci ha insegnato l’Amore vero, l’amore di umiltà, l’amore di obbedienza, l’amore spinto fino a sacrificio, l’amore dimenticanza di sé, l’amore nel perseverare a preferire la Volontà del Padre alla propria volontà, sempre. Ecco la medicina che Gesù ha portato. Il peccato è il preferire la creatura fino al disprezzo di Dio. La nuova strada è amare Dio fino al disprezzo di quelle creature che impediscono l’avvicinarsi a Dio.

Ecco che dobbiamo misurare anche noi il nostro amore, guardando Gesù, imparando da Lui, cercando di studiarne bene la vita; imparare da Gesù come si ama, come si serve, come si progredisce nell’amore fino a donare tutto. Amare Dio. Ogni respiro nostro deve dire l’amore, ogni azione nostra deve essere dettata dall’amore, ogni impegno che noi ci assumiamo non deve essere dettato dalle circostanze esterne ma dal Padre, da Lui, dal suo amore; dal Padre che vede nel segreto e ce ne darà la ricompensa. Ecco l’impegno che noi vogliamo ribadire quest’oggi, che segna proprio tutto il tracciato della nostra quaresima: liberarci dal peccato e acquistare l’amore, progredire nell’amore, arricchirci nell’amore, donare il nostro cuore a Dio in un sempre più forte, più vivo segno di amore e di servizio.

CODICE 81CSQ013
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 27/03/1981
OCCASIONE Omelia, Venerdì III settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Dio, il centro
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

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