30/03/1984 - Omelia Venerdi III Quar

Quaresimale – Venerdì III Quaresima

Os 14,2-10; Mc 12,28-34

“Amerai il tuo Dio” (Dt 6, 5; Mc 12, 30) è il più grande e il più soave dei comandamenti. Amare Dio vuol dire amare l’infinita Bellezza, l’infinità Bontà, vuol dire amare il colmo di ogni tesoro, quando sappiamo che Lui per amore ci ha creato, per amore ci conserva, per amore ci ha dato Gesù il Redentore.

Come mai se è così bello, se è così grande amarlo, lo amiamo così poco? Lo amiamo con tanta tiepidezza, con tanta povertà e invece di amare Lui amiamo delle cose, amiamo delle persone infinitamente distanti da Lui. Come mai ci volgiamo alle cose terrene?

Oh, quanta vergogna dobbiamo avere se siamo poveri in questo amore! Quanta vergona di una vita mediocre, trascinata penosamente in mezzo a tanti difetti! Perché lo dobbiamo amare con entusiasmo, lo dobbiamo amare con tanta forza da vincere tutti gli ostacoli, perché la dimostrazione del nostro amore non è nelle parole, è nelle opere.

Noi possiamo dire di amare Dio se facciamo la sua santa volontà, se preferiamo la sua volontà alla nostra, se, quando comprendiamo che una cosa gli è gradita, la facciamo sempre e prontamente. Quanto dobbiamo allora pensare in questa Quaresima alla nostra conversione, che proprio esattamente sta qui: “Amare Dio con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutta la forza” (Dt 6, 5; Mc 12, 30), al di sopra di ogni cosa e ubbidirgli, ubbidirgli, perché ubbidire alla Maestà infinita, al Padre nostro deve essere per noi una cosa estremamente logica, una cosa che ci riempie di consolazione.

Accogliamo allora la parola di Gesù e diciamo: “ Sì, Signore, io voglio veramente instaurare nella mia vita l’amore di Dio. Voglio far tutto per amore di Dio. Voglio servire il Signore e strapperò dal mio cuore ogni sorta di peccato, perché il peccato è disobbedienza, è odio, è cattiveria, è ribellione, lo strapperò dal mio cuore per servire Dio con tanta pace, con tanta serenità, con tanta speranza”.