Os 14,2-10; Mc 12,28-34
La liturgia di stasera vuole essere soprattutto una liturgia di ringraziamento, cadendo oggi l’anniversario della consacrazione fatta dal Vescovo dei nostri sette diaconi. La nostra parrocchia ha ricevuto questa singolare grazia in tale abbondanza, l’unica in Italia. Questa grazia che ha ricevuto la nostra parrocchia domanda da noi un’attenzione particolare, una viva fede, una comprensione dello stato che i tempi domandano dalle parrocchie, perché le parrocchie devono rinnovarsi nella loro essenzialità, nella loro struttura, nella loro dinamicità. In una lettera che recentemente ci ha scritto il Vescovo ci diceva che la nostra parrocchia si sta meravigliosamente strutturando nei ministeri. C’era il compiacimento del Vescovo e da parte nostra ci deve essere vivo il senso di responsabilità. Quanto più grande è la grazia, tanto più viva deve essere la nostra generosità. Cosa vuol dire che dobbiamo sentire la Chiesa come ce l’ha insegnata il Concilio Vaticano II? Dobbiamo amare questa Chiesa e prodigare volentieri le nostre energie. Qual è la Chiesa voluta dal Vaticano se non il prendere da parte di tutti i fedeli coscienza del loro Battesimo, della loro responsabilità, del loro posto nella Chiesa? La Chiesa fatta così grande, fatta di una precisa intuizione, la Chiesa fatta così di persone adulte, responsabili ognuna di tutta quanta la Chiesa e del loro settore in particolare. Ne viene che ognuno si deve sentire parrocchia e la parrocchia deve essere di tutti, di tutti per lavorare, di tutti per camminare, di tutti per evangelizzare. Non dei dormienti. Non dei critici. Non degli indifferenti. Non di quelli che vogliono essere solo spettatori. La Chiesa è il grande campo dove ognuno è chiamato a lavorare, la vigna del Signore dove tutti danno il loro contributo. Ecco, è su questo che dobbiamo invocare la grazia santa del Signore, una grazia meravigliosa su tutti: su noi sacerdoti, sui diaconi, sui lettori, sui laici responsabili di settori, di impegni, di attività, su tutti quelli che devono avere la gioia e l’orgoglio di portare la loro cordiale, piena adesione. Io vorrei che questa messa di ringraziamento ci desse nuovo ardore per vivere il mistero della Chiesa, che è mistero del Corpo del Signore. La Chiesa è il prolungamento di Cristo nello spazio e nel tempo. La Chiesa deve sentire con Cristo e deve aprirsi a tutti, deve aprirsi perché la Chiesa è in missione, la Chiesa è in un lavoro grande di evangelizzazione. La Chiesa soffre ancora sul Calvario con Cristo e vuole redimere tutta l’umanità. La Chiesa così, posta per la redenzione, si offre come Cristo e vuole vivere con Lui fino in fondo il mistero pasquale.
CODICE | 79COQ01342N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 23/03/1979 |
OCCASIONE | Omelia, Venerdì III Settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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