Sap 2,1. 12-22; Gv 7,1-2. 10. 25-30
“Cercavano di ucciderlo”. Aveva insegnato la verità, aveva predicato l’amore: cercavano di ucciderlo. L’intolleranza è tipica del male, è tipica degli egoisti e degli orgogliosi. È il mistero della Passione che si profila in tutta la sua drammaticità. Cercavano di ucciderlo e dovremo ogni giorno penetrare sempre di più in questo mistero di iniquità, in questo mistero di cecità. Ciechi, irragionevoli. Il mistero di Gesù si prolunga, la sua regalità e la regalità della croce si prolunga: anche la Chiesa, che è il corpo di Gesù, è perseguitata. Non c’è stato nemmeno un piccolo periodo dacché esiste la Chiesa che non abbia avuto una persecuzione, una persecuzione dura, violenta o subdola, ma la Chiesa continua il mistero di Cristo. Le note che distinguono la vera Chiesa ce le insegna il Credo: una, santa cattolica, apostolica. Giustamente possiamo aggiungere: perseguitata. Non dobbiamo meravigliarci di tutte le calunnie e di tutte le forme cattive di ostacolo, di oppressione che anche adesso la Chiesa deve soffrire. Anche adesso, la Chiesa è calunniata, la Chiesa è ostacolata, la Chiesa deve soffrire con Cristo. E anche noi, che siamo indegni peccatori, ma che apparteniamo alla Chiesa, dobbiamo sentire la gloria di soffrire con Gesù, di soffrire e di stare con fortezza e con sincerità al nostro posto. Il mondo presenta le sue tentazioni, gravi, continue; noi ci dobbiamo ricordare che non è possibile un accordo col Vangelo, non è possibile servire a due padroni. E dobbiamo essere orgogliosi di essere con Cristo e di essere con Lui fino in fondo. “Beati i perseguitati per amore della giustizia, perché di essi è il Regno dei cieli”. Oh, dobbiamo cercare di essere molto forti, molto decisi, di non scendere mai a compromessi, di capire e di capire fino in fondo che la nostra fede domanda energia, domanda generosità, domanda impegno! “Forti nella fede”, come dice la Scrittura, “forti nella fede”. Tutto quello che è male dobbiamo rifiutarlo, tutto quello che è peccato dobbiamo escluderlo, sia che attenti alla nostra carità, alla nostra umiltà, sia che attenti alla nostra purezza e alla nostra legittima posizione, noi dobbiamo essere solidi e forti. Ecco quello che ci proponiamo. E se dobbiamo soffrire, e se dobbiamo lottare, e se dicono contro di noi delle cose che non stanno, non meravigliamoci, ma serviamo ancora con più ardore, e con più amore, e con più entusiasmo la causa del bene. Maria Santissima non ha temuto di salire il Calvario, in mezzo all’accozzaglia dei nemici di Gesù che sghignazzavano, che dileggiavano, che stavano godendo dei tormenti di Gesù. La Madonna è stata forte. È stata meravigliosa, veramente regina dei martiri. Con la Madonna seguiamo Gesù fino in fondo e vinciamo ogni compromesso col male.
CODICE | 85CNQ01343N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 22/03/1985 |
OCCASIONE | Omelia, Venerdì IV Settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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