Sap 2,1. 12-22; Gv 7,1-2. 10. 25-30
Il problema che puntualizza questa pagina di vangelo è la conoscenza di Gesù. Gli ebrei sapevano di dove era, sapevano il nome del villaggio, sapevano il nome di sua madre e di quello che credevano suo padre. Pensavano così di esaurire la sua conoscenza ed erano totalmente illusi: non conoscevano Gesù, non lo conoscevano e questa mancanza del conoscerlo fu la loro tremenda rovina. Conoscere Gesù è allora il ricordarci delle parole che lui stesso ha detto, che la conoscenza di lui costituisce la vita eterna, conoscere lui è vita, non è semplicemente una nomenclatura che uno deve imparare. Quand’è che uno conosce Gesù? Quando lo ha incontrato, quando, nella fede, ha fatto esperienza di lui, quando ha calcato le sue orme.
Ci sono molti che di Gesù sanno tutto. Ci sono studiosi che hanno passato la vita a studiare i vangeli, ma non hanno vissuto Gesù, non lo conoscono, non sanno che cosa sia, perché per conoscere Gesù bisogna conoscere il suo cuore, bisogna rifare nella nostra vita la sua esperienza. Allora conoscere Gesù è proprio una vita che si prolunga per l’eternità, una vita di gioia, una vita di pace, una vita di sicurezza.
“Chi mi potrà separare - esclamava l’apostolo San Paolo - dalla carità di Cristo? Nulla mi potrà separare. Né la fame, né la persecuzione, né la morte”. Nulla potrà essere contro questa carità, perché la carità vuol dire lasciarsi investire dal suo amore e fare una sola cosa con lui, palpitare del palpito del suo cuore, vedere le cose come le vede lui, sceglierle come lui le ha scelte, vivere in dipendenza dal Padre, cercare la volontà divina come l’ha cercata lui, relazionare con il prossimo con la stessa sua comprensione e pazienza.
Oh, quanto dobbiamo impegnarci per questa conoscenza, per questa magnifica conoscenza, per questa conoscenza di vita, per questa conoscenza in cui si risolve tutto il nostro itinerario terreno! Cercare lui, vivere con lui, per essere sempre con lui.
Il paradiso per un vero cristiano è già cominciato. Questa terra è già l’inizio della vita eterna, è già quando la comunione con Cristo risorto, con Cristo Signore, con Cristo amico, quando questa comunione diventa allora il tutto e si vive così. Diceva san Paolo che la nostra vita è già nel cielo, giustamente, è già nel cielo perché è già con Gesù.
Guardiamo allora di progredire. La quaresima ci dice: non limitarti a conoscere delle cose di Gesù: va' a lui, stringiti a lui persona, va' al suo cuore e nel suo cuore c’è tutto il segreto per rendere la vita santa, per rendere la vita fruttuosa, per rendere la vita efficacie.
CODICE | 82CRQ01343N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 26/03/1982 |
OCCASIONE | Omelia, Venerdì IV settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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