Tb 11, 5-17; Mc 12, 35-37
Nel nostro Congresso Eucaristico questa indubbiamente è la Messa più preziosa, più preziosa davanti agli occhi di Dio, che accoglie la nostra sofferenza perché si unisce alla sofferenza di Cristo, più preziosa davanti alla Chiesa, che riconosce la forza e la grandezza di ciò che si offre a Dio.
Vorrei perciò dirvi: noi siamo vicini a voi, siamo vicini a voi con vero cuore per pregare per voi, per pregare con voi.
Pregare per voi, perché possiate trovare sempre molta fiducia e confidenza nel Signore. Il Signore non è lontano da noi, là, in un paradiso che sembra così smisuratamente distante. Voi lo sapete che il Signore è presente. E’ presente nella sua Chiesa perché è risorto, è particolarmente presente nell'Eucarestia e nell'Eucarestia il suo cuore vivo e reale palpita per noi. Ci vuol bene! Perciò la prima preghiera è che voi possiate trovare sempre nell'Eucarestia, nel sacramento del corpo e del sangue del Signore, il vostro vero conforto, la vostra vera consolazione. E' il Pane che ci sostiene nel nostro pellegrinaggio terreno, quando la fatica del camminare, l'infermità o l'anzianità rende ancora più penoso questo andare avanti. Che voi possiate trovare nel Signore la gioia, la consolazione di ogni giorno, che voi possiate trovare nel pensiero della provvidenza di Dio il conforto di ogni ora, soprattutto di ogni ora difficile.
Noi preghiamo per voi, perché il Signore vi sollevi anche nelle vostre sofferenze: il Signore è medico, è l'infallibile medico e ha istituito due sacramenti come medicina: un sacramento prevalentemente per l'anima, è la Penitenza, la Confessione. Quando uno ha peccato, cioè è ammalato di peccato, e s'accosta con vivo pentimento a questo sacramento, ne esce rinnovato.
E il Signore ha istituito un sacramento anche per il corpo, quando sia infermo: è l'Unzione degli infermi, un sacramento che, se è ricevuto con fede, se è ricevuto con un senso grande di fiducia, può dare tanto sollievo al corpo, può condurre alla guarigione, se questo è per il bene stesso dell'anima.
Ecco perchè, in questa Messa, noi amministreremo l'Unzione degli infermi, proprio perchè è Gesù il medico divino, che è in mezzo noi e vuol guarire la nostra anima e vuol guarire il nostro corpo, così come ha guarito tanti infermi per le vie della Palestina.
Noi vi auguriamo ogni bene, perché vi auguriamo questo incontro col Signore, questo incontro fervido, generoso, pronto.
Noi vi auguriamo ogni bene, perché vi auguriamo la confidenza nel Cuore di Gesù, una confidenza alla quale lui stesso ha invitato: "Venite a me”, ha detto, “Venite a me!" (Mt 11, 28). Andate a lui, troverete tutto nel suo Cuore, troverete tutto nella sua meravigliosa bontà.
E poi, noi preghiamo con voi, sapendo che la vostra preghiera è molto accetta al Signore. Preghiera più sofferenza ha un valore inimmaginabile. Gesù prega con noi, Gesù è colui che dà il vero valore a quello che facciamo. Noi preghiamo con voi, preghiamo perché voi sappiate offrire tutte le vostre cose contrarie, tutti gli acciacchi e le difficoltà che potete incontrare, voi le sappiate offrire per i grandi disegni di Dio, per i meravigliosi disegni di Dio, per il bene di tutta l'umanità, per la pace di tutti popoli, per l'amore che deve essere nella società. Che voi offriate perché la Chiesa sia così sempre all'altezza dei suoi compiti, che voi sappiate offrire per i vostri cari, perché siano sempre nella legge e nella grazia di Dio.
Sì, siamo uniti nella preghiera, siamo uniti e il Signore ci benedica tutti, ci benedica nella sua misericordia e faccia che questo giorno sia principio di tante grazie, di tanto fervore, di tanta serenità.
S. Messa ore 19 - Primo venerdì del mese - presentazione dei crocefissi da mettere nel nuovo oratorio
In questo giorno abbiamo meditato sulle relazioni profonde che intercorrono tra l'Eucarestia e la sofferenza umana, tra l'Eucarestia e il problema del dolore. Una giornata che ha segnato di vera commozione la Messa con i malati e per i malati, con numerose Unzioni agli infermi. Una giornata dunque di vera unione a Gesù crocifisso, perchè la risposta viene dalla croce, cui l'Eucarestia è strettamente unita. La croce!
Il Figlio di Dio, l'unigenito del Padre, lo splendore della sua gloria, il più bello e il più grande degli uomini, confitto dai malvagi sulla croce, sul patibolo infame. Perché il Signore ha voluto questo?
Perché ha voluto questa somma di dolori e di umiliazione? E perché il Signore l'ha voluta così strettamente unita al suo mistero dell'Eucarestia, al suo corpo e al suo sangue?L'ha voluto e le parole della Consacrazione resteranno sempre per i secoli: "Questo è il mio corpo consegnato per voi. Questo è il calice del mio sangue sparso per voi". (cfr. Lc 22, 19-20) Perché ha voluto che ogni giorno, mangiando quel Pane, noi rinnovassimo il ricordo della sua passione, anzi celebrassimo l'attualità della sua morte?
Non vi è che una spiegazione: Gesù l'aveva già data prima di salire sulla croce. Aveva detto: "Non c'è maggior amore di chi dà la vita per le persone amate" (cfr. Gv 15, 13).
Gesù si è dato sulla Croce per amore e vuole ripeterci il suo amore e vuole farci vedere quanto la sua carità ci ha preso e quanto la sua carità ci perdona. Gesù è rimasto nell’Eucarestia perché ha voluto che, riuniti attorno al suo altare, noi insieme meditassimo, noi insieme ravvivassimo la nostra carità fraterna. “Amatevi come io vi ho amati”. E’ attorno all’Eucarestia, nel segno della croce, che si riunisce e si forma la Chiesa.
E così al centro della Chiesa la Croce e l’Eucarestia, al centro di tutta la nostra relazione con il Padre Celeste, perché comprendessimo l’amore che ci dobbiamo portare, e comprendessimo come anche noi abbiamo una parte necessaria, proprio nel saper prendere i dolori e le croci, le sofferenze e le umiliazioni, le cose contrarie e difficili, perché sapessimo prenderle per la salvezza del mondo, per la salvezza e la santificazione della nostra anima.
Non si arriva alla luce, è un antico proverbio cristiano, non si arriva alla luce se non per la croce: “Per crucem ad lucem”. Non si dimostra a Dio, che gli vogliamo bene se non attraverso l’accettazione delle prove e delle tentazioni, se non nel superamento di tutte le nostre forme di egoismo, che ci tengono attaccati al piacere e alla terra. Ecco perché noi vogliamo imparare da Gesù come si affrontano le difficoltà, noi che siamo così delicati che basta la più piccola cosa per farci abbandonare il proposito, per farci stancare di servire Dio, per farci stancare di camminare risolutamente.
Ecco, l’Eucarestia ci fa capire il valore della lotta, il valore del dolore, la necessità di andare avanti per salvarci e per salvare. Ogni giorno nell’Eucarestia celebriamo il mistero della sua passione e della sua morte.
Guardiamo ogni giorno con fede a Gesù Crocefisso e sapremo vivere degnamente, sapremo insegnare agli uomini che il dolore ha una grande missione, la missione di unirci a Cristo, la missione di essere salvatori con lui, la missione di prepararci al Paradiso.
CODICE | 77F2O01338N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 03/06/1977 |
OCCASIONE | Omelia, Venerdì IX settimana Tempo Ordinario, Congresso Eucaristico Messa degli ammalati ore 16,30 e primo venerdì del mese ore 19 |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Eucarestia e sofferenza |
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