06/06/1975 - Omelia Venerdi IX Ord Sacro Cuore Consacrazione parrocchia

Sant’Ilario d’Enza, 06/06/1975
Omelia, Venerdì IX settimana Tempo Ordinario, Solennità Sacratissimo Cuore di Gesù - Anno A -

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Dt 7, 6-11; 1 Gv 4, 7-16; Mt 11, 25-30

Sono molti i motivi di riflessione, vorrei però limitarmi solo ad un aspetto, a questo: quando Gesù ha parlato del suo Cuore, ha parlato della gioia, della vera gioia, di quella gioia a livello profondo, grande.

In questo passo del Vangelo il Signore parla di un giogo: c’è una linea, la sua, c’è un’opera, quella che ha compiuto lui, c’è del lavoro, c’è della fatica. Così vuol dire con quel termine giogo, però è una fatica che si supera nell’umiltà e nella mitezza del cuore, cioè avendo quello sguardo d’intelligenza di cui parla sopra: “Hai nascosto queste cose, ma i piccoli le comprendono”; uno sguardo d’intelligenza che porta l’anima ad un senso di pazienza, di serenità, d’abbandono fiducioso alla volontà del Padre. Ecco allora che all’improvviso ci si trova in una casa, ci si trova in una sicurezza; quella casa è il suo Cuore, quella sicurezza è che lui ha pagato per noi, che lui ci ha salvati. E allora la gioia vera nasce in ogni anima, perché non è vero che il cristianesimo sia una religione del terrore, che il cristianesimo sia la religione del dolore. In mezzo a noi abbiamo sempre lui nella gioia perché lui è risorto, perché lui è trionfante, perché lui apre ancora le braccia ad ognuno di noi e ci dice: non aver paura, devi superare le tue tentazioni, devi vincere il tuo egoismo, devi rifiutare la tua sensualità. Ma questa è strada di gioia, ma questa è autentica liberazione, ma questa è veramente la realizzazione della tua personalità autentica, della tua personalità piena, bella.

Questo mondo ci è dato così per dimostrare la nostra fedeltà, queste tentazioni ci sono permesse per accrescerci la corona della gloria. Oh, nel Cuore di Gesù vorrei che comprendessimo fino in fondo tutto questo! Festa del Cuore di Gesù è festa dell’amore, di un amore così tenace che nessuna forza nell’universo può neanche diminuire, di un amore così tenero, così soave che si rivolge ad ognuno di noi, anche quando siamo peccatori, anzi c’è qualche cosa di particolare per un peccatore, di questo Cuore che ci indica la vera ragione di vivere, la vera ragione di operare.

Quella che è la gioia, la gioia che è uscita dall’oceano infinito della Trinità, ecco che il Signore l’ha affidata alla Chiesa perché la Chiesa è il Corpo di Cristo. Fuori del Cristo e fuori della Chiesa non c’è vera gioia, c’è solo frastuono, c’è solo rumore, c’è solo esplosione di passione. Nella Chiesa Santa di Dio, ecco, sentiamo quanto noi dobbiamo operare con umiltà e serenità, non presumendo mai di noi stessi, le nostre tristezze e le nostre angosce, e quando rompiamo la nostra unione con lui e quando crediamo d’essere noi gli arbitri, quando immaginiamo d’avere noi la responsabilità del nostro avvenire, quando è lui vicino a noi, nella gloria splendida della sua resurrezione, che ci è presentata sempre nell’Eucarestia. Ecco, vorrei che fosse così il nostro desiderio di servire il Signore e di servirlo senza stanchezze, senza oscillazioni, senza ritorni, sempre di più nel suo amore, sempre di più nella vera comunione con lui.

CODICE 75F5O01338P
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 06/06/1975
OCCASIONE Omelia, Venerdì IX settimana Tempo Ordinario, Solennità Sacratissimo Cuore di Gesù - Anno A -
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Sacro Cuore
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