At 15, 22-31; Gv 15, 12-17
“Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri”.
Dio vuole che gli uomini si amino e si amino veramente.
Ci ha inseriti nella storia, nel mistero della salvezza, noi non dobbiamo essere degli spettatori, non dobbiamo stare a guardare, ma effettivamente collaborare con Dio alla salvezza di tutti gli uomini, perché la cosa più grande che possiamo fare per il nostro prossimo è quella di aiutare a salvare l’anima, ad avere su questa terra una dignità conforme ai figli di Dio e di raggiungere la vita eterna.
Sono esattamente sessant’anni da quando è apparsa la Madonna a Fatima il 13 maggio 1917. La Madonna è venuta a ricordarci questo dovere, a ricordarci questa responsabilità, a dirci che non possiamo essere indifferenti di fronte a questa enormità di problemi. Si è rivolta ai bambini e ha chiesto loro le due cose, che gli uomini possono dare: la preghiera e il sacrificio. E questa invocazione, che più che comando è così invocazione, la dobbiamo raccogliere con sempre rinnovata coscienza, con un senso sempre maggiore di responsabilità, una grande responsabilità perché il mondo, lo dobbiamo dire, non è migliorato. Nel mondo si commettono tanti peccati e i peccati degli uomini sono nel loro egoismo e nell’oppressione, a cui riducono gli altri: violenza, senso di orgoglio che prende dappertutto, impurità dilagante.
Noi siamo chiamati alla preghiera e al sacrificio. La Madonna ci vuole associare all’opera di Cristo, come lei è stata così vicino, vuole che anche noi siamo più decisi e più ricchi di carità.
Mi pare che qui sta il progredire della devozione alla Madonna, perché la devozione alla Madonna non si può ridurre a un fatto devozionale di sentimento, la devozione alla Madonna è aiutarci, con il suo amore, per entrare nel grande amore redentivo di Cristo.
Perciò questa sera proponiamoci esattamente questo, proponiamoci di conoscere di più la Madonna, seguendo la linea che ha avuto la Chiesa, che è stata quella di capire la Madonna approfondendo i misteri di Gesù. Guardando com’è stato potente Gesù nella sua redenzione, abbiamo scoperto tutti i privilegi di Maria: abbiamo scoperto la sua Immacolata Concezione, abbiamo scoperto la sua santità perfetta, abbiamo scoperto la sua corredenzione, la sua dignità di Madre di Dio.
Anche noi dobbiamo arrivare ad una più grande conoscenza, dobbiamo accrescere la nostra fede. La fede è quella che ci aiuta di più a progredire nella devozione, solo Dio ci può raccontare bene della Madre sua, solo Dio ci può dire quali ricchezze ha posto nel cuore della Madonna.
Poi dobbiamo avvicinarci a lei con molta umiltà, perché un figlio non può andare da sua madre con orgoglio, con superbia: un figlio va da sua madre con un senso di ammirazione, di umiltà e di bontà e allora scopre i tesori che sono in lei.
Infine, cresceremo nella devozione alla Madonna mettendoci a suo servizio, al servizio del regno di Dio dovunque siamo chiamati, quotidianamente, generosamente. Al suo servizio pronti, fervidi, di un fervore che non sia un’improvvisata, ma sia una conquista, di un fervore che abbia i chiari segni della dipendenza, la dipendenza dalla Madonna, perché ci insegni quello che dobbiamo essere nella Chiesa e quello che dobbiamo essere per la Chiesa e per il mondo.
CODICE | 77ECO01364N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 13/05/1977 |
OCCASIONE | Omelia, Venerdì V settimana Tempo Pasqua, 60° anniversario apparizioni Fatima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Il progresso nella devozione a Maria |
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