10/04/1981 - Omelia Venerdi V Quar

Sant’Ilario d’Enza, 10/04/1981
Omelia, Venerdì V settimana Tempo Quaresima

Ascolta l'audio

Ger 20,10-13; Gv 10,31-42

“Perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre”. È la più alta rivelazione di Gesù: ci ha rivelato il mistero della Santissima Trinità e con il Suo sangue e le Sua morte ci ha introdotti nel seno della Trinità e da Primogenito ci ha presi fratelli suoi e ci ha fatto la grande grazia di contemplare, di conoscere, di amare, di essere arricchiti, chiamati figli nella Santissima Trinità.

Su questo tema dobbiamo insistere straordinariamente; un cristiano vive nell’adorazione, nell’amore alla Trinità; un cristiano sa che quando si volge a Dio è per volgersi al Padre, si volge al Padre nella grazia del Figlio Incarnato, guidato ed educato dallo Spirito Santo.

Tutto è per la gloria della Trinità.

Siamo stati battezzati “nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo”. I nostri segni di croce ci consacrano sempre nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Riceviamo l’Eucarestia e partecipiamo al sacrificio di Gesù per essere lode vera alla Santissima Trinità. Siamo assolti dai nostri peccati nel nome della Santissima Trinità e ci dobbiamo augurare di chiudere la nostra vita con questi tre adorabili nomi, per riposarci così nella pace di Dio, per essere, purificati dai nostri peccati, degni di contemplare la Trinità, di essere immersi in quest’oceano di verità e di amore.

Ci sono dei cristiani che non sembrano neanche memori di questo, svagati e distratti hanno una preghiera per niente precisa, per niente trinitaria, per niente illuminate dalla Fede; se pregano, la loro preghiera va genericamente verso un Dio lontano; se soffrono, non capiscono il significato della sofferenza, non avendo capito che il Figlio si è incarnato e ha sofferto per noi e ci dà la grazia di soffrire con Lui. Tutto diventa anonimo, generico, non per niente nell’ordine della comprensione; tutto viene ad essere così vuoto e una pietà costruita così è costruita male e non porta i suoi frutti. Educhiamoci ad una devozione vera, profonda, sentita verso la Trinità.

Curiamo particolarmente la nostra devozione trinitaria durante la Messa, offerta al Padre, nella mediazione del Figlio, nell’unità dello Spirito; curiamo la nostra devozione dei segni di croce, perché il segno di croce ci ricorda i due misteri principali della Fede, perché è un mezzo di fortezza e di vittoria sulle tentazioni. Lasciamoci guidare da Gesù nel conoscere il Padre, lasciamo che lo Spirito Santo prenda possesso del nostro cuore e ci insegni ogni verità. Nel nome della Trinità compiamo tutte le nostre azioni, tutte siano per la gloria suprema e il nostro “Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo” sia un «Gloria» vissuto con tutta la vita, sia tutto una lode, una lode di amore, una lode di gloria, una lode che ci porti ad essere generosissimi nel vincere quelle difficoltà che ci porterebbero al peccato, perché il peccato è ciò che maggiormente ci disonora, noi chiamati a tanta altezza.

CODICE 81D9Q013
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 10/04/1981
OCCASIONE Omelia, Venerdì V settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La devozione trinitaria
Condividi su
MOVIMENTO FAMILIARIS CONSORTIO
Via Franchetti, 2
42020 Borzano
Reggio Emilia
Tel: + 39 347 3272616
Email: info@familiarisconsortio.org
Website: familiarisconsortio.org
  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAPCREDITS