21/03/1986 - Omelia Venerdi V Quar

Sant’Ilario d’Enza, 21/03/1986
Omelia, Venerdì V Settimana Tempo Quaresima

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Ger 20,10-13; Gv 10,31-42

“Portarono pietre per lapidare Gesù”. Ecco l’accoglienza a Dio che è venuto in mezzo agli uomini. Il divino spaventa sempre. Si preferisce l’umano e non sempre l’umano giusto, l’umano deteriore. Si ripete la scena evangelica e molti restano disorientati e restano contrariati. Perché non possono fare quello che vogliono. Scende dall’alto una legge e questa legge obbliga, e questa legge urge. Non vogliono il sublime, non vogliono il grande, vogliono ciò che solletica le loro passioni e i loro comodi. È il giudizio che Gesù darà degli uomini, Gesù dirà: “Se non credete alle parole, credete alle opere”. Ecco, dobbiamo riflettere se accogliamo anche noi il Signore, se lo accogliamo come deve essere accolto, se lo accogliamo dappertutto, o se cerchiamo di fuggire a qualche aspetto della sua legge che a noi non piace. Perché è tanto facile tentare di farsi un cristianesimo alla nostra misura, un po’ di religiosità, ma alla nostra maniera. Dobbiamo continuamente sorvegliare la nostra sensibilità, perché la religione del comodo non è la religione del Calvario, perché la religione del facile non è la religione di Gesù, perché la religione che indulge a tutti gli equilibrismi non è quella evangelica. Dobbiamo proprio in questa vicinanza della Pasqua interrogarci, e interrogarci con introspezione, interrogarci con forza, perché la Croce di Gesù va abbracciata. Diceva san Paolo: “C’è chi chiede dei miracoli, sono i Giudei. C’è chi chiede della filosofia e della sapienza umana: e sono i Greci. Io non so altro però che la Croce di Cristo. Non so altro che Gesù il crocefisso”. E vuol precisamente dire così: che dobbiamo seguire il Signore così come si presenta a noi. Dobbiamo amare il Signore così come lui vuole essere amato. Bisogna che diamo il senso alla nostra vita, il senso del divino, il senso del grande, il senso dell’eterno. Lo sappiamo bene: solo la sua parola non passa. Lo ha detto Gesù: “I cieli e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” Ecco confrontiamoci con le sue parole, confrontiamo la nostra vita con la sua chiara impostazione e in questo miglioreremo noi stessi e aiuteremo gli altri.

CODICE 86CMQ01344N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 21/03/1986
OCCASIONE Omelia, Venerdì V Settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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