02/04/1982 - Omelia Venerdi V Quar

Sant’Ilario d’Enza, 02/04/1982
Omelia, Venerdì V settimana Tempo Quaresima

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Ger 20,10-13; Gv 10,31-42

Un ben strano modo di dialogare, questi Giudei! Andavano al colloquio con Gesù, portando i sassi. Li portavano perché il loro animo era cattivo, non erano aperti alla verità.

Gesù portava la verità e la portava nell’amore, portava la verità del Padre suo: era una verità meravigliosa, era la salvezza del mondo, era l’annuncio che tutti potevano diventare figli prediletti di Dio. La sua rivelazione era una rivelazione di gaudio: era prossima la remissione dei peccati, tutti gli uomini sarebbero stati fratelli davanti a Dio, in Dio avrebbero trovato la ragione del loro amore.

Lo volevano lapidare, perché erano chiusi nel loro egoismo, erano, come diceva Gesù, accecati e Gesù, sempre paziente, sempre buono, sempre disposto al perdono, continua a dialogare con loro, continua ad offrire il tesoro delle sue parole. Un tesoro che, avrebbero dovuto capirlo, era la grande ricchezza attesa dall’universo, per dei secoli.

Non ci meravigliamo, continua ad essere così e la Chiesa è perseguitata, non perché non faccia opere buone, perché è la Chiesa, perché continua a portare la rivelazione di Dio, perché continua a predicare che l’uomo non può essere felice in se stesso, nelle sue opere, nei suoi piani, nei suoi progetti, ma che l’uomo deve trovare la ragione della sua esistenza in Dio, gli uomini devono imparare la legge dell’amore e del perdono.

Noi dobbiamo quindi stare lontani da ogni tipo di meraviglia e di scandalo: la Chiesa sarà sempre perseguitata, perché porta Gesù. Dirà Gesù nell’Ultima Cena: “Come hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”, come hanno voluto capir male le mie parole, così sarà per le vostre. Il Signore ci avvertiva che non c’è un discepolo che sia in condizioni migliori del maestro.

Noi dobbiamo quindi essere ben certi che, quando il mondo ci irride perché siamo cristiani, vuol dire che siamo nella linea giusta: dobbiamo stare solo attenti che non siano i nostri difetti, i nostri peccati, le nostre compromissioni quelle che destano lo scandalo. Noi dobbiamo portare il Signore e tutte le cose che non sono degne di Lui, ritardano il cammino del bene.

Dobbiamo stare ben attenti: il nostro buon esempio lo dobbiamo dare a tutti, ci dobbiamo dare ancora tra di noi, questo buon esempio. Un buon esempio continuo, di umiltà, di bontà, di pazienza, di serenità, di perdono.

Dobbiamo cercare di essere insieme al cuore di Gesù, perché questo primo venerdì del mese, che ci introduce nella settimana santa, comincerà domani sera, questo primo venerdì ci deve dare tanto desiderio di penetrare fino in profondità al mistero di Gesù: che ne possiamo capire la sofferenza, che ne possiamo capire l’amore, che ne possiamo capire la partecipazione viva che lui ha ai nostri problemi, al nostro progresso, alla nostra santità.

È necessario per noi essere molto fervorosi in questa imitazione di bontà, particolarmente di bontà, perché il cuore di Gesù è stato il cuore meravigliosamente buono e come possiamo capirlo se non siamo buoni, se lasciamo crescere rigogliosi in noi i difetti dell’egoismo, dell’impazienza, del giudizio cattivo, della pretesa? Ecco dobbiamo essere ben decisi ad entrare in un clima di raccoglimento e in un clima di bontà.

In questo clima fiorirà un’esperienza di settimana santa veramente grande e pienamente fruttuosa.

CODICE 82D1Q01344N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 02/04/1982
OCCASIONE Omelia, Venerdì V settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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