28/03/1980 - Omelia Venerdi V Quar

Sant’Ilario d’Enza, 28-03-1980
Omelia, Venerdì V settimana Tempo di Quaresima

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Ger 20,10-13; Gv 10,31-42

“Molti andarono da Lui”. Vorrei che anche noi fossimo tra questa gente che andava da Gesù, che voleva ascoltare la sua parola, che voleva vedere le sue opere, perché avete sottolineato in tutto il tratto evangelico come non è facile andare da Gesù se il cuore resta prigioniero di pregiudizi, di egoismi, se il cuore resta, insomma, schiavo. Si va da Lui quando si riconosce che Lui solo ha parole di vita eterna, che Lui solo può dare a noi la vera felicità. Si può andare da Lui quando si rinuncia a tutto il mondo: basta avere Lui! Ecco, e vorrei che sottolineassimo molto nella nostra riflessione, proprio facendo eco alle sue parole, le ricordate? “Se uno non rinuncia a tutto quello che possiede non può essere mio discepolo”. Cos’è tutto quello che uno possiede? Evidentemente è tutto quello che forma la nostra falsa ricchezza, quella ricchezza che custodiamo con tanta tenacia. Noi dobbiamo vedere nell’amore di Dio il tutto che dobbiamo conquistare, noi dobbiamo ogni giorno di più comprendere il significato delle parabole della ricerca, se uno non rinuncia a tutto e il mercante trova una pietra di gran valore e vende tutto per comprare quella pietra, non ha più niente, ma ha la pietra. Il regno di Dio, continua Gesù, è come un tesoro nascosto nel campo: chi l’ha scoperto va, vende tutto per avere il tesoro. Il Signore ci spinge, particolarmente nella liturgia di questi ultimi giorni quaresimali, alla risoluzione decisa, alla risoluzione forte di saper rinunciare, di accogliere la sua vita, la sua sofferenza, perché è lì il tesoro nascosto. “Quando sarò innalzato da terra trarrò tutti a me” aveva detto dalla croce, dall’alto della croce. Ecco dove dobbiamo portarci e dove dobbiamo realizzare noi stessi, realizzarci sul modello Gesù. È questo che dobbiamo chiedere allo Spirito Santo, dobbiamo chiedere allo Spirito Santo il coraggio, la forza, la decisione. Dobbiamo chiedere allo Spirito Santo di saper valutare bene, di saper calcolare bene, perché altrimenti non solo va la preziosità del tempo, va l’eternità. Adoriamo il Signore riconoscendo che il Padre è in Lui e che in Lui troviamo una meraviglia di cose: quella meraviglia che ci renderà veramente beati.

CODICE 80CTQ01344N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 28-03-1980
OCCASIONE Omelia, Venerdì V settimana Tempo di Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
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