01/04/1977 - Omelia Venerdi V Quar

Sant’Ilario d’Enza, 01/04/1977
Omelia, Venerdì V Settimana Tempo Quaresima

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Ger 20,10-13; Gv 10,31-42

“Perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre”. Dobbiamo sempre di più conoscere Gesù. La nostra salvezza sta nel credere in Lui, nell’accoglierlo e nell’amarlo. Andiamo verso la Settimana Santa e tutto lo sforzo della liturgia è nel farci entrare in questa fede e in questo amore. La Settimana Santa è ordinata proprio per risvegliare in noi la pienezza della fede e dell’amore. Noi dobbiamo credere a Gesù. Che cosa vuol dire credere a Gesù? Vuol dire affidarci completamente a Lui, affidare a Lui la nostra intelligenza, affidare il nostro cuore, affidare la nostra vita. Credere vuol dire non ritenere nessuna cosa senza significato, perché Lui ha dato significato a tutto, perché è il principio e la fine. Credere vuol dire saperlo vedere nella Chiesa, saperlo vedere soprattutto nella sua Parola, saperlo vedere nei suoi sacramenti. Nella sua Parola, lo ha detto Lui stesso, è la Parola del Padre. Parola vuol dire intervento, parola vuol dire comunicazione, parola vuol dire azione di trasformazione in noi. Ed è nei sacramenti. Ogni sacramento è un’azione di Cristo, di Cristo in persona per la nostra santificazione. Tutti i momenti più importanti della vita Egli interviene in mezzo a noi, interviene in noi. I sacramenti sono veramente azioni del suo amore. Non ci vuole mai lasciare da soli. Vuole essere con noi per rendere santa la nostra vita e feconda, per rendere la nostra carità vicendevole piena. Pensate: ci sono dei sacramenti che abbiamo ricevuto e sono sacramenti che noi dobbiamo meditare, perché alcuni continuano a influire in noi. Altri sono sempre alla nostra portata: li possiamo ripetere. La vita del cristiano è una vita sempre illuminata e protetta. Noi abbiamo solo da adoperare bene i mezzi che Lui ci ha dato. È per questo che dobbiamo riflettere in profondità. Abbiamo parlato tante volte in questa quaresima di conversione. Ecco i mezzi della conversione: la sua Parola e le sue azioni sacramentali. Fermandoci sui sacramenti dobbiamo interrogarci come riviviamo la grazia del battesimo e della cresima e come riceviamo i sacramenti della confessione e della comunione. Quelli che sono sposati hanno un altro sacramento da rivivere: il matrimonio. La vita cristiana perciò è molto ricca. Sta a noi adoperare queste ricchezze. Ma se siamo fiacchi, ma se siamo indecisi, ma se siamo svogliati, ma se siamo dimentichi, ma se facciamo una continua confusione di cose, come possiamo realizzare? Come possiamo ottenere? Molte volte, dobbiamo dirlo, sciupiamo dei tesori. Sciupiamo delle cose meravigliose, perché non riflettiamo abbastanza a quell’incontro personale con Cristo che è possibile nella Chiesa perché è presente Cristo risorto e nella sua parola e nei suoi sacramenti. Incontrarci con Lui. Sentire veramente che Lui è nostro fratello, ma che è ancora Figlio di Dio. I Giudei si scandalizzavano perché aveva detto: “Io sono Figlio di Dio”, mentre avrebbero dovuto adorarlo. Avrebbero dovuto adorare la sua maestà per ricevere la sua misericordia. Noi Lo adoriamo esternamente, ma non c’è abbastanza la nostra anima, non c’è abbastanza il nostro cuore, non c’è abbastanza il nostro abbandono. Per questo questa sera vogliamo riflettere sull’uso santo dei nostri sacramenti, meditando sul nostro battesimo, meditando sulla nostra cresima e facendo in maniera che questi sacramenti possano di nuovo con la loro grazia indirizzare la nostra vita per i fini per i quali ci sono stati dati. Vogliamo vivere da figli di Dio. Vogliamo vivere da testimoni di Cristo. Vogliamo vivere in uno spirito di penitenza di figli che sono tornati al Padre. Vogliamo particolarmente vivere l’Eucarestia come il sacramento della sua divinità. Perché in principio vi era l’Eucarestia, perché sta scritto: “In principio era il Verbo”. E poi: “Il Verbo si è fatto carne ed abitò tra noi”. Ecco l’Eucarestia! Ecco l’Eucarestia che continua la presenza di Gesù Uomo-Dio, che continua la presenza del suo amore e della sua ineffabile grazia. Domandiamo perciò di non lasciarci mai fuorviare, ma di realizzare degli incontri vivi e profondi con Gesù, il nostro Dio, il nostro Salvatore.

CODICE 77D0Q013
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 01/04/1977
OCCASIONE Omelia, Venerdì V Settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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