24/05/1974 - Omelia Venerdi VI Pasqua Nov Pent 1

Sant’Ilario d’Enza, 24/05/1974
Omelia, Venerdì VI settimana Tempo Pasqua, Novena Pentecoste - I giorno

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At 18, 9-18; Gv 16, 20-23

Facciamo questa Novena con molta fede. Vogliamo chiedere questa grazia, di capire qualche cosa di più di questa grande verità, che lo Spirito Santo è l’anima della Chiesa, che lo Spirito Santo è l’anima di ogni anima cristiana. È lo Spirito di Gesù che scende su tutti i battezzati e li guida e li muove e li trasforma, perché, vedete bene, che molte volte anche i cristiani non avvertono questo misterioso Spirito che agisce, non avvertono come in loro c’è qualche cosa che si muove, qualche cosa di forte, qualche cosa di grande, di meraviglioso. Pensano, anche quando sono nei momenti migliori, che quelle idee che fioriscono, quei sentimenti che commuovono siano solo un loro frutto, non si richiamano allo Spirito Santo. È di straordinaria importanza invece capire che, se si realizza qualche cosa, anche solo un buon pensiero, viene dallo Spirito Santo.

A lui dunque ci richiamiamo, pensando alle parole di Gesù. Le parole di Gesù sono ben evidenti: “Io vi manderò lo Spirito Santo. Egli vi insegnerà ogni verità”, anzi soggiunge Gesù, “vi insegnerà, vi ricorderà, vi darà il senso delle cose che vi ho detto” (cfr. Gv 14, 26).

La Parola di Gesù non si capisce che nello Spirito di Gesù. L’impegno vostro, perciò, un impegno forte, sarà il capire un po’ di più di questa espressione: pregare è prima di tutto ascoltare, che suppone alcuni principi di fede.

Il primo: credere che c’è lui.

Il secondo: sapere che c’è lui che parla.

Terzo: sapere che parla proprio per noi. E perciò l’attenzione e perciò il silenzio, che è il clima della preghiera, è proprio per questo ordine di cose: ascoltare umilmente, generosamente, fedelmente.

“Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito Santo abita in voi?” (1 Cor 3, 16). La sua presenza meravigliosa in ogni anima che è in grazia, è presenza attiva, è presenza di amore, è presenza piena di illuminazione. Accogliamola, perché allora è la gioia, quella gioia che abbiamo sentito annunciare adesso nella Liturgia. “La mia gioia”, dice il Signore, quella gioia, per la quale ancora leggevamo nella prima Lettura, che riceve san Paolo, quando il Signore in visione a Corinto gli dice: “Non aver paura” (At 18, 9). Paolo ha la sicurezza, proprio perché è in comunicazione diretta con lo Spirito e le sue parole sono dettate da quel meraviglioso principio di attività e di profezia, che è in noi lo Spirito Santo.

CODICE 74EPN01365N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 24/05/1974
OCCASIONE Omelia, Venerdì VI settimana Tempo Pasqua, Novena Pentecoste - I giorno
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Spirito Santo anima della Chiesa e di ogni cristiano
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