At 18, 9-18; Gv 16, 20-23
è la presenza dello Spirito Santo quella che cambia la condizione della nostra vita, perché è la sua luce che illumina, è la sua forza che sorregge. Sicché ciò che per gli altri è tristezza, per chi ha fede è gioia, una vera, una grande gioia, preludio della gioia che si avrà in Paradiso, la gioia di una partecipazione piena alla esperienza di Dio che abita in noi. Lo Spirito Santo, secondo le parole dell’apostolo, si è diffuso nei nostri cuori.
Ecco, vorrei che comprendessimo bene come la nostra gloria, come la nostra vera gioia sta nella fede. La fede è la virtù che ci fa vedere, è la virtù che ci conduce lungo il cammino. La fede è comunicazione di Spirito Santo, che vuole che la nostra intelligenza sia, così, aperta alle realtà soprannaturali.
Voi ricordate, la fede è una virtù teologale, ha per oggetto Dio, ha per motivo l’infinita autorità e veridicità di Dio. La fede è una virtù infusa da Dio nella nostra anima. Mediante la fede noi conosciamo le cose per rivelazione di Dio, noi le amiamo, perché Dio vuole che le amiamo. La virtù della fede ci dona ogni giorno una comunicazione viva e forte della grande Verità, che è Dio.
Quanto dobbiamo aver stima di questa fede! Quanto dobbiamo cercare di accrescerla con la nostra docilità! Quanto dobbiamo invocare lo Spirito Santo!
Noi sappiamo che il Signore, infinitamente buono, vuole che i suoi figli abbiano vera vita con lui e lui, Verità infinita, ci vuole partecipare di se stesso, ci fa entrare nei suoi segreti, ci fa entrare nei suoi misteri, ci dona quanto può di se stesso.
Lo Spirito Santo, che abita nell’anima, conduce l’anima ad un approfondimento sempre più grande. Noi diciamo che lo Spirito Santo dà il dono dell’Intelletto: fede perfezionata dall’Intelletto, fede illuminata, fede forte, fede che, nonostante le oscurità e i difetti in tanta parte dovuti alla nostra intelligenza, ci apre degli orizzonti meravigliosi.
Quanto dobbiamo chiedere allo Spirito Santo il dono dell’Intelletto, perché la nostra fede possa veramente crescere, possa veramente affermarsi, possa veramente diventare in noi una virtù grande, una virtù adulta! Corrisponde questo a quanto desideriamo nelle Beatitudini: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5, 8).
Ecco, come allora chiederemo allo Spirito Santo il dono dell’Intelletto? Lo chiederemo nell’umiltà. La verità di Dio ha bisogno delle anime semplici, ha bisogno delle anime non ostacolate dalle pretese dell’orgoglio. Umiltà, umiltà che non è passività, per cui nell’umiltà si fa la ricerca. L’anima che crede desidera credere sempre di più, l’anima che capisce vuole capire sempre di più, l’anima che sente come tutto viene da Dio vuole partecipare sempre di più di Dio, vuole sempre di più comunicare con lui. Umiltà, ricerca, purificazione del cuore: “Beati i puri”, una purificazione grande dal nostro egoismo, una purificazione dalla nostra sensualità. Le intuizioni di Dio sono delle anime distaccate così dalla schiavitù della materia, dalla schiavitù che è attaccamento ai beni di questa terra.
È necessario, evidentemente, che questo desiderio di purificazione sia completo, in tutti i settori. Molte volte anche persone intelligenti non capiscono le cose di Dio, proprio perché non hanno questa purificazione; allora capiscono di se stessi, agiscono per se stessi, ma le cose di Dio vanno capite possedendo Dio, ma le cose di Dio vanno viste con gli occhi stessi di Dio.
E poi, ecco, ancora un’altra disposizione per il dono dell’Intelletto: la nostra vera posizione nella Chiesa. Le verità della fede il Signore le ha date da custodire alla Chiesa. Il senso della Chiesa è risolutivo: è la Chiesa, Sposa dello Spirito Santo, che ci dona le verità di Dio. Un’anima che parte da sola, un’anima che crede di sapere tutto è presto ferma; bisogna restare nella Chiesa, perché la Chiesa è veramente la casa dove Dio si manifesta.
Ecco, alla Beata Vergine, che ha ascoltato e creduto, noi chiediamo questa sera particolarmente questo dono, perché la nostra fede veramente sia motivo di una crescita grande, sia veramente il fondamento di tutte le cose che ancora dobbiamo porre.
CODICE | 76ETN01365N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario, 28/05/1976 |
OCCASIONE | Omelia, Venerdì VI settimana Tempo Pasqua, Novena di Pentecoste - I giorno |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Fede, Intelletto, Beati i puri |
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