24/05/1985 - Omelia Venerdi VII Pasqua Funerale

Sant'Ilario d'Enza, 24/05/1985
Omelia, Venerdì VII settimana Tempo Pasqua, Funerale

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Mons. Vescovo ha mandato una lettera, la leggiamo: «Ho pregato per l’anima del defunto, perché Dio gli conceda il premio della sua fede, rettitudine, generosità e operosità nel bene, come prego per lei signora Teresa, la figlia, i cognati, le cognate e i parenti, perché sia abbondante il conforto della fede e della speranza. E prego anche perché codesta comunità parrocchiale, così scossa da quanto accaduto e raccolta nel dolore, nella preghiera e nella speranza, possa crescere nell’obbedienza alla volontà di Dio e nella adorazione della croce unica via di salvezza e santità.

Saluto e benedico di cuore. Gilberto Baroni»

Le parole del Vescovo sono ben indicative di ciò che noi dobbiamo fare, di ciò che noi dobbiamo sperare, di ciò di cui noi dobbiamo dare l’esempio, perché la morte è terribile, ma per chi ha fede, per chi crede nel mistero di Gesù morto e risorto sa che la morte non è che chiuda, non è che interrompa, la morte è un inizio: finisce la vita terrena comincia la vita dell’eternità. E il Signore è infinitamente buono e infinitamente misericordioso; il Signore ci vuol bene, vuol bene ad ognuno di noi, e la morte è in contrario. E, lo sappiamo bene che il suo volto di Redentore e di Amico non diventa corrucciato solo perché l’anima nostra si stacca dal nostro corpo. Il messaggio sta proprio qui: nello sviluppare e nell’amare l’amicizia col Signore che s’è fatto uno di noi, che ha voluto fare l’esperienza di tutta la nostra vita, l’esperienza dell’angoscia e del dolore della nostra morte. S’è fatto compagno nostro perché in ogni circostanza possiamo guardare lui, realizzare con lui, perché si è dato a noi come l’Amico che prende per mano e ci conduce lungo la strada, che alle volte è difficile, delle volte meno, ma ha sempre bisogno della sua mano e tornando la profezia che c’è nel Salmo, “Tu mi hai preso per la mano destra, mi hai condotto e mi hai portato nella gloria” (Sal *).

Noi abbiamo fede e così ci confortiamo nella verità e nell’amore. Noi abbiamo fede e, così sapendo che chi è andato nell’eternità è ancora in relazione con noi, noi ci raccogliamo in preghiera, perché il mirabile della preghiera è proprio questo: che ci unisce a Dio e ha il potere di unirci anche con i nostri cari che sono andati nel luogo della pace.

Ripetiamo al Signore la nostra fede e vogliamo così generosamente camminare nella via dell’onestà, della bontà, nella via della sequela di Gesù. Dobbiamo essere dei veri discepoli di Gesù.

CODICE 85EPO01366F
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 24/05/1985
OCCASIONE Omelia, Venerdì VII settimana Tempo Pasqua, Funerale
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI L’incontro con il Redentore Amico
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