At 25, 13-21; Gv 21, 15-19
La domanda, fatta tre volte, è stata rivolta a Pietro, ma noi sappiamo e sentiamo che è la stessa domanda, che il Signore rivolge a ciascuno di noi: “Mi ami?” (Gv 21, 15). E noi sappiamo che siamo davanti alla stessa sapienza di Dio, che siamo davanti a colui che vede fino in fondo al nostro cuore. Non possiamo tenergli nascosto nulla e allora, a questa domanda, che cosa risponderemmo? Che cosa rispondiamo?
Nell’amore Dio si è manifestato e tutte le sue opere sono di amore. Per amore ha fatto la sua creazione, per amore ha svolto nei secoli la sua opera di salvezza. Ma non ci ha amato fin dalla creazione del mondo, ci ha amato molto prima, ci ha amato dall’eternità; lo dice la Scrittura, lo dice la Scrittura con un tono molto evidente: “Egli ci ha predestinato ad essere santi ed immacolati prima che il mondo fosse” (Ef 1, 4). E per questo ci ha creato e per questo, peccatori, ci ha cercato.
La sua manifestazione d’amore è culminata così, quando lo stesso suo amore, increato ed eterno, lo Spirito Santo, è venuto a noi, è sceso sulla Chiesa, ha riempito il nostro cuore, ognuno dei nostri cuori.
Nel Battesimo abbiamo avuto la prima consacrazione dello Spirito, poi nella Cresima, poi man mano la nostra anima si avvicinava a lui. Lo Spirito Santo è l’amore diffuso nei nostri cuori ed è perciò un amore necessario di corrispondenza. È necessario che lasciamo, con la nostra libertà, suscitare in noi una corrispondenza a quest’amore, un dare a Dio la nostra vita.
“Noi abbiamo creduto all’amore”, esclamava l’apostolo san Giovanni. Ecco, che succeda questo di noi. Noi abbiamo creduto all’amore, noi crediamo a questo amore, noi poniamo nell’amore di Dio il senso e la forza di tutta la nostra vita, quest’amore di Dio che si è riversato in noi, che ci unisce, che ci unisce in tutta la famiglia di Dio, dal Paradiso, al Purgatorio, alla terra, per tutti gli uomini di buona volontà.
Noi dobbiamo perciò stasera domandare al Signore questa grazia: di poter essere fedeli, di poter dire di sì, perché l’amore non è una parola, l’amore è una manifestazione di fatti, è un obbedire, è un seguire la linea che lui ha indicato. Guardiamo di buttar via da noi tutto ciò che è disobbedienza a Dio, per essere sempre fedeli in tutto e volentieri.
CODICE | 78EBN01366N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario 12/05/1978 |
OCCASIONE | Omelia, Venerdì VII settimana Tempo Pasqua, Novena Pentecoste - VIII giorno |
DESTINATARIO | Parrocchia |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Fedeltà all’amore |
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