16/05/1986 - Omelia Venerdi VII Pasqua Nov Pent 8

Sant’Ilario d’Enza, 16/05/1986
Omelia, Venerdì VII settimana Tempo Pasqua, Novena Pentecoste – VIII giorno

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At 25, 13-21; Gv 21, 15-19.

La stessa domanda viene fatta da Gesù a ciascuno di noi. Gesù ci dice: “Mi ami tu?”. E Lui sa tutto e non possiamo mentire. L’amore che domanda a noi Gesù non è un amore qualsiasi, non è uno scherzo; è l’interrogativo più importante nella vita. Dobbiamo poter rispondere al Signore: “Signore, veramente io ti amo!”. Amarlo vuol dire preferire la sua Parola alla nostra saggezza, vuol dire porlo sopra tutte le cose, porlo in modo che tutto venga fatto nella sua volontà.

Lo Spirito Santo ci dirige; l’opera Sua in noi è indirizzata proprio a questo fine: fare di noi delle membra sante del Corpo Mistico di Gesù, fare di noi delle anime che traducano nella pratica la grande realtà divina che dobbiamo vivere. Per il Battesimo siamo nella grazia, per il Battesimo dobbiamo essere nell’amore e perseverare nell’amore. Porre la volontà di Dio sopra ogni altra cosa, porre la volontà di Dio come la grande nostra riuscita. La vita è proprio qui: nel sapere realizzare l’amore di Dio in tutte le nostre giornate.

Per cui possiamo snodare le domande così: la tua preghiera è vero amore? La tua vicinanza eucaristica è vero amore? Il Cuore di Gesù viene da te pieno d’amore e tu esprimi vero amore? Preferisci i tuoi capricci e le tue voglie alle sue indicazioni? Non esiti a buttare via tutto quello che può essere un dispiacere a Lui? Ricordiamo che proprio la grazia dello Spirito Santo viene per darci le idee di Cristo, i gusti di Cristo, le scelte di Cristo. Le sue scelte le ha chiamate Beatitudini: “Beati i poveri”, “Beati i mansueti”, “Beati i puri di cuore”. Dobbiamo essere in quest’ordine chiaro e preciso: essere cristiani non è adempiere certe formalità e non è partecipare a certi riti e basta. Essere cristiani è proprio lasciarsi condurre dallo Spirito Santo che è forza, che è luce, che è meraviglia di amore, lasciarci guidare perché tutto in noi sia improntato alla fede. Vivere di fede, operare nella fede, crescere nella fede. La nostra povertà dev’essere così benedetta e deve fiorire proprio come fioriscono sotto il sole benefico i fiori. Lui è fuoco, Lui è luce, Lui è dono supremo del Padre. Seguiamo lo Spirito perché fondi in noi il vero amore, fondi in noi la vera ricchezza che è quella di possedere Gesù e di seguire Gesù.

CODICE 86EFN01366N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 16/05/1986
OCCASIONE Omelia, Venerdì VII settimana Tempo Pasqua, Novena Pentecoste – VIII giorno
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Amare Dio, essere cristiani lasciandosi condurre dallo Spirito Santo
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
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