23/05/1980 - Omelia Venerdi VII Pasqua Nov Pent 8

Sant’ Ilario d’Enza, 23/05/1980
Omelia, Venerdì VII settimana Tempo di Pasqua, Novena di Pentecoste - VIII giorno

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At 25, 13-31; Gv 21, 15-19

“Mi ami?” (Gv 21, 15).

Questa domanda, che Gesù rivolge, è una domanda alla quale non è facile rispondere; non è facile, perché chi ama veramente? Sono parole facili da dire e frequentemente le possiamo ripetere: “Sì, Signore, io ti amo”, ma dirle in verità, dirle in una piena espressione di vita, questo è veramente difficile. Amare Cristo è darsi a Lui. Amare Cristo è porre in lui tutta la speranza, amare Cristo vuol dire avere la volontà di unirci a Lui, di entrare nel suo mistero. E il suo mistero, noi lo sappiamo, è ben tratteggiato in quelle famose parole dette da Lui: “Io faccio sempre la volontà del Padre” (cfr. Gv 8, 29).

Amare Gesù è allora amare la croce, è allora accettare la croce, è allora accettare la vita come lotta, accettare la vita e volere che sia dimostrazione di amore. Vuol dire che, nella vita di ogni giorno, noi dobbiamo sempre preferire la croce di Gesù alle altre cose, quando quelle altre cose sono contrarie al mistero del Signore.

Ecco, vorrei che questa sera noi ci sentissimo molto impegnati a capire la croce, a capire che la croce è dono di Dio per la salvezza e la gloria nostra, per la salvezza e la gloria del mondo. Vorrei che noi fossimo in profonda preghiera, per ottenere questa incalcolabile grazia di capire la croce. Ed è solo lo Spirito Santo, quello Spirito Santo che ha guidato Gesù fino sul Calvario, è Lui che ci può dare l’intelligenza della croce. Il mondo parla di fanatismo, di stoltezza, parla di forme deteriori di bigottismo.

Il mondo non capisce il mistero di Gesù, non capisce l’eloquenza della croce, non capisce la forza della croce.

Lo Spirito Santo di Dio, quando entra in un’anima, dà la Scienza vera, dà il gusto delle cose, dà la Sapienza. Lo Spirito Santo nell’anima fa capire i misteri del Regno di Dio con l’Intelletto. Lo Spirito Santo guida le anime col Consiglio, le fortifica in una maniera incredibile, le rende veramente disponibili in tutto al servizio di Dio ed è la Pietà. Le erudisce nelle cose del mondo ed è la Scienza. Dà a tutte le anime il senso vero della vita, che è dominio e responsabilità, è testimonianza di fede. Ed è lì, è proprio nell’invocazione forte e grande allo Spirito Santo, che le anime nostre superano le difficoltà istintive. Noi rifuggiamo da quello che ci costa, da quello che costa sacrificio, da quello che è mortificazione e dominio di noi stessi. Abbiamo paura. Eppure, lo sappiamo, si arriva alla gioia accettando la lotta, si arriva alla gioia accettando le sofferenze per essere sani e puliti, per non scendere a compromessi. La debolezza trascina tutti i mediocri, li trascina bene in basso, fino a immergerli nel fango.

Oh, come dobbiamo invocare lo Spirito Santo che ci faccia leggere la croce con degli occhi di amore! Che ci faccia sentire come il nostro Redentore, là sulla croce, è stato al vertice della donazione, perché è stato al vertice dell’amore! E anche noi dobbiamo imparare questo amore vero, quest’amore di ogni giorno, quest’amore nel superamento delle nostre passioni, nel superamento del nostro egoismo, dei nostri falsi calcoli, delle nostre incredibili incertezze. Lo Spirito Santo è con noi, è ospite dell’anima nostra, non è lontano da noi. Lo Spirito Santo ci guida mediante il sacrificio eucaristico alla comprensione vera del mistero della croce, ce la imprime nel cuore la croce, ce ne dà veramente la soavità, perché chi abbraccia la croce, che è croce di Gesù, ha il gaudio e la pace. Sono infatti i frutti dello Spirito Santo e sono frutti che, con insistenza e con grande fede, dobbiamo sempre chiedere.

CODICE 80EON01366N
LUOGO E DATA Sant’ Ilario d’Enza, 23/05/1980
OCCASIONE Omelia, Venerdì VII settimana Tempo di Pasqua, Novena di Pentecoste - VIII giorno
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Amare Cristo - La croce – I doni dello Spirito Santo
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