05/06/1981 - omelia venerdi vii pasqua nov pent 8 i venerdi del mese

Sant’ Ilario d’Enza, 05/06/1981
Omelia, Venerdì VII settimana Tempo di Pasqua , Novena di Pentecoste – VIII giorno – Primo venerdì di giugno

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At 25, 13-21; Gv 21, 15-19

“Mi ami tu?” (Gv 21, 15).

È la parola del sempre, è la parola che caratterizza ogni movimento dell’anima, è la parola che viene pronunciata per ognuno di noi. Ognuno di noi deve potere rispondere di sì con tutta quell’umiltà e tutta quella confusione, che aveva in quel momento Simon Pietro. Però l’affermazione di Gesù ritorna categorica: “Seguimi” (Gv 21, 19). Dobbiamo meditare a lungo su questa parola, perché il Cuore di Gesù ha accettato in un infinito spirito di obbedienza e di amore la volontà del Padre e vuole che anche noi, con coraggio ma con continuità, seguiamo le sue orme.

Servire il Signore: questa è la prova dell’amore, servire il Signore, camminare dietro ai suoi passi. Il primo Venerdì di giugno è caratterizzato da una particolare insistenza devozionale. Il Cuore di Gesù è presentato così, circondato di spine, è presentato con una fiamma. Dobbiamo a lungo pregare lo Spirito Santo di farcelo capire, di far capire come il Cuore di Gesù ha accettato il sacrificio, le spine e per questo veramente possiamo dire: Lui ci ha amato. Le fiamme di amore hanno divorato il suo cuore. Molte volte noi siamo fermi di fronte al sacrificio, troviamo tanti pretesti, accampiamo tante scuse. In fondo il perché è sempre lì: ci costa, e per questo non vogliamo, per questo cerchiamo di divergere il nostro cammino, perché ci costa. Certi sacrifici soprattutto, che il Signore ci chiede così all’improvviso e ci sembrano così pesanti e così duri, noi non li vogliamo dare. Ecco perché dobbiamo invocare dallo Spirito Santo il dono della fortezza, perché non ci basta la nostra virtù, ci vuole la grandezza della sua spinta, il dono di questa forza che viene dall’alto.

Spesso non preghiamo bene, perché siamo pigri. Spesso non meditiamo, perché ci sa fatica. Non partecipiamo come dovremmo e quanto dovremmo alla Messa, perché ci sono i comodi che l’impediscono. E tutto questo significa che l’anima è priva dello spirito di sacrificio. È priva o ne ha tanto poco, che non basta a tenere accesa la fiammella. Gesù diceva durante la sua vita pubblica: “Devo essere battezzato di un battesimo”. Era il battesimo della croce. “Quanto - diceva - sono desideroso che questo battesimo si compia”(cfr. Lc 12, 50). Domandiamo la grazia allo Spirito Santo, di farci entrare in questa dinamica dell’amore che, se è vero, non si ferma di fronte alle difficoltà, non misura i piccoli sacrifici di ogni giorno, come le occasioni dei grandi sacrifici. Così avremo molta partecipazione di grazia.

CODICE 81f4n01366n
LUOGO E DATA Sant’ Ilario d’Enza, 05/06/1981
OCCASIONE Omelia, Venerdì VII settimana Tempo di Pasqua , Novena di Pentecoste – VIII giorno – Primo venerdì di giugno
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Il Cuore di Gesù – La prova dell’amore al Signore: seguirlo, servirlo; spirito di sacrificio
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