La festa del Sacro Cuore di Gesù.
Cosa vuol dire celebrare il Cuore di Gesù?
Cuore equivale ad amore: celebrare un cuore è dunque celebrare un amore.
Cristo Signore ci ha amati, e ci ama, come nessun altro ama e chi ama dona, e chi ama non calcola il dono.
Celebriamo dunque oggi la grande, meravigliosa storia della nostra salvezza nel suo centro, nel suo perché, nella logica del suo svolgersi. Celebriamo l’amore di Dio che è venuto incontro all’uomo, l’amore di Dio che si è chinato sull’uomo, l’amore di Dio che si è profuso sui peccatori, su coloro che l’offendono, che continuano ad offenderlo. Celebriamo dunque Dio nella sua manifestazione più propria e nella sua manifestazione più grande: l’amore, Dio è carità, Dio è amore.
Vorrei perciò che noi dal Cuore di Gesù prendessimo motivo e forza per essere anche noi nella stessa linea, per essere anche noi nella stessa forza, perchè l’amore è forza e, se Dio ci ha amato, se Cristo ci ha amato fino alla croce, una forza l’ha condotto fin là e una forza deve rispondere nella nostra vita.
Vorrei particolarmente tre cose che portassimo con noi, che riconoscessimo vere e tali da continuare nella nostra spiritualità il culto al Cuore di Gesù:
1. È dal Cuore di Gesù che è venuta la nostra salvezza e perciò è il cuore sorgente di ogni grazia, di ogni bene. Noi crediamo troppo poco che Dio ci ama e per questo ci disperiamo, e per questo ci agitiamo, e per questo ci preoccupiamo. Il Cuore di Gesù è salvezza: dobbiamo andare dunque a Lui con sicurezza. Torna la parola di Gesù che ha detto: “Abbi fede: tutto è possibile a chi ha fede”.
2. Nel Cuore di Gesù c‘è il conforto, perché è stato un cuore che ha sofferto, un cuore di un Dio fatto uomo, che ha assaporato ciò che Dio non poteva assaporare: il dolore, l’angoscia, la solitudine, il tormento. Ricordate: “Padre, se è possibile, passi da me questo calice”. Questo conforto vivo che Lui ci dà è una partecipazione della sua esperienza, è una partecipazione di come Lui ha saputo superare il dolore e ha saputo dare di questo dolore i frutti a noi.
Noi nei nostri dolori guardiamo al Cuore di Gesù. Dobbiamo proprio guardare sempre a Lui.
Se c’è un augurio che noi facciamo a coloro che un anno fa sono stati colpiti, così duramente, così tragicamente colpiti, è proprio questo, che nel Cuore di Gesù trovino la vera consolazione, la vera forza, la forza di andare avanti, la forza di seguire un esempio, la forza di essere veramente in una linea, la linea di laboriosità, di fede, di donazione. Noi auguriamo questo in comunione profonda di preghiera.
3. Nel Cuore di Gesù vi è veramente la nostra speranza, perché le cose di questo mondo sono sempre passeggere: le desideriamo, ed è giusto, le viviamo, ed è conforme alla nostra vita stessa, non dobbiamo però mai fermarci in esse.
Gesù ha detto: “Venite a me voi che siete affaticati e stanchi e Io darò ristoro alle anime vostre”. C’è una consolazione del tempo e c’è una consolazione dell’eternità, c’è una gioia del tempo e c’è una gioia dell’eternità: nel Cuore di Gesù troviamo l’una e l’altra.
Sia così un motivo profondo di fede, un motivo profondo di amore che ci guida e che ci porta sempre di più ad essere veramente devoti del Cuore di Gesù.
CODICE | 74FMO0133CN |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza 21/06/1974 – Sacro Cuore di Gesù |
OCCASIONE | Omelia |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Nel Cuore di Gesù celebriamo l’amore di Dio |
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