Gal 4, 4-7; Gv 19, 25-27
La nostra venerazione della Beata Vergine del Carmelo è sottolineata soprattutto dalla nostra invocazione, dal senso di protezione che noi abbiamo, perché è la Vergine potente, è la Vergine che, da generazioni invocata in questa Parrocchia, non ha mai deluso, non ha mai detto di no. Chi davanti al suo altare ha posto il cuore, è tornato via consolato, è tornato via con una sicurezza piena e forte. Vorrei che in questa festa, che segna così un punto di rinnovamento, quest’anno abbiamo rinnovato la confraternita della Beata Vergine, ci sentissimo perciò in una posizione tutta speciale, più fervida, più intensa. Noi lo sappiamo, non ci siamo tutti, la dispersione dell’estate è dispersione sì dei corpi, non dello spirito. Da Morge è arrivato un messaggio, dicono che questa sera sono in comunione con noi, indubbiamente il segno della Beata Vergine è un segno di unione e di carità. Vivere vicino a lei per camminare insieme, per camminare uniti, per avere un senso grande delle cose di Dio. Qual è allora stasera la nostra meditazione? Le Parole di Dio si devono intendere nel significato pieno. Avete sentito, ancora una volta la Parola di Dio ce l’ha annunciato: “Ecco la tua Madre” (Gv 19, 27). La festa della Beata Vergine del Carmelo ci ricorda questa maternità, questa maternità potente, questa maternità di gioia e di fede. Dico una maternità che dà a noi la gioia, perché ci sentiamo veramente protetti da Dio, da arrivare come dice l’orazione “fino al monte santo che è Dio”, la gioia come di chi dopo una siccità orrenda rivede la pioggia, il significato della prima Lettura: “Il cielo si oscurò per le nubi, la pioggia cadde a dirotto”.
La gioia della maternità della Madonna è una gioia che prende tutto il nostro animo, una maternità che genera in noi la fede, che la fa crescere, perché è la Mamma che genera, è la Mamma che nella grazia dello Spirito Santo ci ottiene di vivere bene il nostro Battesimo, di vivere cioè la nostra figliolanza adottiva: “Non sei più schiavo ma figlio” (Gal 4, 7). Ecco, quando siamo tristi dimentichiamo la Mamma, quando abbiamo poca fede dimentichiamo la Mamma. Noi attraverso la devozione alla Madonna dobbiamo restare in questo senso profondo di gioia, la gioia della riuscita, la gioia del trionfo sui nostri difetti, sui nostri peccati.
E poi il crescere della nostra fede, perché questa fede sia vera nostra sostanza di vita, sia vera nostra testimonianza. Promettiamo perciò alla Madonna stasera di vivere nella gioia e di vivere nella fede, proprio in una pienezza, così, degna dei figli della Beata Vergine. Il fiore del Carmelo, che ricorda la Liturgia, è proprio questo sbocciare, questo progredire, è questo realizzarsi così, ognuno di noi, nella grazia di Dio come un fiore.
CODICE | 76GFO0133EN |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 16/07/1976 |
OCCASIONE | Omelia, Venerdì XV settimana Tempo Ordinario, festa Beata Vergine del Carmelo |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Beata Vergine nostra Madre |
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