02/08/1985 - Omelia Venerdi XVII Ord Campeggio femminile

Lv 23, 1. 4-11. 15-16. 27. 34-37; Mt 13, 54-58

“Di dove gli viene la sapienza?” Non sapevano, noi sappiamo: è la stessa Sapienza, è il Verbo Incarnato che ci porta la verità, ci comunica la vita. Noi dobbiamo essere ansiosi della sua Parola, perché la sua Parola è creatrice, perché la sua Parola ci salva, perché la sua Parola ci dà speranza, perché ci dà forza.

L’impegno nostro deve essere quello di accogliere questa Parola, di accoglierla con tanto amore, con tanta apertura, con tanta ricchezza di gioia.

Dobbiamo saperci aprire al Signore mentre troppe volte ci apriamo solo a noi stessi e a quello che ci piace. E i nostri pensieri, e di conseguenza i nostri affetti, sono manchevoli proprio perché dobbiamo capire che il nostro atteggiamento è lasciare che lui regni, che lui regni nel nostro cuore e dal nostro cuore regni nella nostra vita, nelle nostre relazioni, nella nostra carità.

Bisogna che insistiamo molto perché troppe persone sbagliano proprio qui, fanno i loro pensieri, fanno una loro devozione e non capiscono che fanno solo una costruzione sbagliata, perché bisogna che noi viviamo alla sua luce. “Io sono la luce del mondo”, ha detto Gesù e la sua luce ce la dà proprio nell’intelligenza della sua Parola, nell’apprezzare la sua Parola, la sua verità, nell’accogliere così questa verità, donata nell’amore.

Ecco, vorrei che faceste un proposito, il proposito di fare la meditazione con un modo sempre più forte di accoglienza: accogliere quello che vi dice Gesù e avere i pensieri di Gesù, e avere gli affetti di Gesù, e avere proprio le scelte di Gesù.

Ogni giorno così, rimanere davanti a lui come si rimane al sole, per essere sanati e inebriati. Rimanere davanti a lui, portare sempre con lui la sua meravigliosa luce, per essere in gioia e in testimonianza.