17/02/1976 - Omelia VI Domenica ore 6.30

Sant'Ilario d'Enza, 17/02/1974
Omelia, VI Domenica Tempo Ordinario - Anno C - Messa ore 6, 30

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Ger 17, 5-8; 1 Cor 15, 12. 16-20; Lc 6, 17. 20-26

Le Beatitudini sono il codice del cristiano, lo dobbiamo ben ricordare ancora una volta, lo dobbiamo ricordare con forza, perché le Beatitudini sono le parole che ci misurano, le parole che ci giudicheranno; sono quelle parole che il Signore ha posto quasi come una traduzione della sua santissima vita. In fondo nelle Beatitudini ha detto quella frase che poi sintetizzerà tutto: “Io vi ho dato l’esempio, perché come ho fatto io facciate anche voi” (Gv 13,15). Per cui, le Beatitudini non sono un codice astratto: sono lui, Gesù. È lui che noi dobbiamo leggere, è lui che noi dobbiamo imitare, è lui che noi dobbiamo vivere in profondità. Vivere Gesù, vivere così la sua meravigliosa esperienza, vivere ogni giorno in questa sequenza di cose sante e buone, anche se il mondo è tanto in opposizione, il mondo è totalmente contrario. Noi lo dobbiamo veramente amare, noi lo dobbiamo così ammirare, da volerlo continuamente nella nostra vita: volere Gesù, volere le sue Beatitudini, cioè la sua gioia, volere la sua meravigliosa esperienza, volerlo così, sempre e insisto su questo termine.

Che cosa vuol dire mirabile, meraviglioso? Vuol dire che la nostra vita ha bisogno di un esempio, ma di un esempio grande, sublime, di un esempio per tutti, di un esempio che non possa essere mai discusso.

Dandoci le Beatitudini, Gesù ci ha insegnato se stesso, lui la Parola di Dio fatta uomo, lui la Sapienza di Dio fatta uomo, lui l’Amore di Dio che si è diffuso nell’universo. Come perciò dobbiamo essere entusiasti, come dobbiamo essere pieni di forza!

Il cristianesimo vissuto poveramente, vissuto timidamente, il cristianesimo vissuto così mediocremente non è neanche più un cristianesimo. Ecco perché parliamo di “meraviglioso”, proprio per uscire dalla nostra fiacchezza, dalla nostra pigrizia, dalla nostra incertezza. Ecco perché dobbiamo scoprire questo grande tesoro, che è essere veramente e totalmente cristiani. O si è del tutto cristiani o non lo si è neanche inizialmente, non si può scendere a patti ed essere in una parte cristiani e nell’altra no. C’è un'esigenza dell’assoluto nel cristianesimo: accogliamola in pieno, meditando oggi su queste Beatitudini, perché quelli che lo seguono sono beati, ma a quelli che non lo seguono Gesù dice: “Guai”, proprio perché non c’è via di scelta, o si è con il Signore o si è contro il Signore.

Accogliamo questa sublime dottrina che è la vita stessa di Gesù, incontriamoci di più con lui, cerchiamo di andare verso la nostra Quaresima con l’intenzione di una vera conversione, profonda, che coinvolga tutta la nostra vita, che trasformi tutto il nostro essere, tutto come Gesù ci vuole, tutto come Gesù ci domanda.

CODICE 74BGO01335N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 17/02/1974
OCCASIONE Omelia, VI Domenica Tempo Ordinario - Anno C - Messa ore 6, 30
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Le Beatitudini
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