At 10, 25-27. 34-35. 44-48; 1 Gv 4, 7-10; Gv 15, 9-17
La Liturgia oggi c’invita ad interrogarci sul nostro amore. Non parliamo di un amore qualsiasi, parliamo di quell’amore che è partecipazione alla persona di Cristo, che è partecipazione al Cuore di Cristo, perché un cristiano non può accontentarsi di un amore umano. Noi sappiamo che l’amore cristiano è una rivelazione di Dio ed è una grazia di Dio. Gesù ha detto e lo meditavamo domenica scorsa: “Io sono la vite e voi i tralci” (Gv 15, 5). Quello che passa in noi deve venire da lui, perché l’amore cristiano non è prima di tutto un fatto ascendente, che sale dall’uomo a Dio, ma è un fatto discendente: è l’amore di Dio che scende a noi, c’investe e ci occupa.
Allora noi veniamo ad amare il Padre col Cuore stesso di Cristo e nell’amore al Padre amiamo i nostri fratelli, perché nell’amore ai fratelli si dimostra concretamente, specificatamente il nostro amore al Padre. È evidente allora, che un cristiano non ama perché riceve, non ama perché ne ha l’interesse. L’amore di Dio è assolutamente gratuito. Dio ama, non perché trova il bene, ama perché dona il bene. E così il cristiano deve amare col Cuore stesso di Cristo, che ha dato tutto e, lo abbiamo meditato, per essere “obbediente si è dato alla morte e alla morte di croce” (cfr. Fil 2, 8). Ha amato gli uomini, li ha amati tutti, i peccatori, i traditori, coloro che avevano molti motivi per essere ributtati. Cristo ha amato tutti e ha detto, ecco è su questo che dobbiamo particolarmente fare la nostra meditazione: “Amatevi, come io vi ho amato” (cfr. Gv 15, 12). Perciò non ci dobbiamo sentire tranquilli, se amiamo Dio e mettiamo tanto egoismo in quest'amore, se amiamo gli altri come fanno i pagani, come fanno coloro che non hanno la grazia del Signore. Noi dobbiamo amare in quella maniera grande che non distingue la persona, perché tutte le persone sono nell’amore di Dio, perché tutte sono nella sua misericordia. Amare come Cristo ha amato vuol dire amare nella volontà di Dio, amare beneficando, amare non chiedendo la ricompensa, amando a tutti i costi, amando in uno spirito assolutamente più alto della nostra atmosfera umana. Non si disprezza l’amore che germoglia nel cuore dell’uomo, si dice solo che per i cristiani è insufficiente. Ed è questa la nostra vergogna, che molte volte nei cristiani non c’è nemmeno l’amore umano, mentre ci dovrebbe essere l’amore di Cristo. Guardiamo allora alla nostra vita, guardiamola con forza, anche se con serenità. Come amiamo Dio nostro Padre? Quale spirito di servizio abbiamo? “Voi siete nel mio amore, se osservate i comandamenti del Padre mio” (ib. 10). Come cerchiamo la gloria di Dio? Come cerchiamo di metterci a fare quello che conta per la gloria di Dio? Noi non dobbiamo pensare che come a un tradimento immaginare di buttar là qualche cosa, qualche pratica, qualche atto di devozione a Dio e di essere già a posto. Spirito di servizio al Padre, generosità, preghiera-colloquio. A noi si è manifestato l’amore di Dio e “Dio ha mandato il suo Figlio nel mondo, perché avessimo la vita” (1 Gv 4, 9). Ecco, il centro di tutta la nostra religiosità sta qui. Sta qui ed è in questo che dobbiamo giudicare noi stessi.
E poi l’amore agli altri, l’interrogativo sulla nostra generosità, sul nostro spirito di fede, sull’impegno che mettiamo. Egoisti, preoccupati della nostra forma d’interesse del momento dimentichiamo come ci dobbiamo adoperare. Pensate la salvezza dei peccatori. Il mondo va alla rovina, le anime sono in potere di satana, i bambini crescono in un ambiente saturo di tentazioni e di pericoli e noi stiamo a perdere del tempo e noi stiamo lì come nel nostro cantuccio, a fare delle cose assolutamente prive di senso. Quanto, come ci dobbiamo adoperare per la salvezza dei fratelli, per la salvezza delle anime! Come ci dobbiamo sapere impegnare! La vita cristiana è vita di dono e in questo sta l’amore, sta cioè il significato ultimo del nostro vivere, del nostro agire. Ci prepariamo alla festa della Pentecoste. La festa della Pentecoste è la festa del rinnovato invio dello Spirito Santo. Ecco, prepariamoci chiedendo una vera partecipazione all’amore del Cristo, che si è presentato a noi così, come colui che ha dato, ha dato tutto, perché ha amato.
CODICE | 79ELO01365N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 20/05/1979 |
OCCASIONE | Omelia, VI Domenica di Pasqua - Anno B |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Amore cristiano |
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