At 1,1-11; Ef 1,17-23; Lc 24,46-53.
Siamo alla festa dell’Ascensione: il Signore entra nella piena gloria del Padre e ci avverte che quella è anche la nostra stanza, dove saremo per l’eternità; una stanza meravigliosa: la stanza della gloria del Signore, una stanza di fortezza per tutti i secoli.
Con quanta ammirazione e con quanta serenità dobbiamo pensare al paradiso! Noi siamo fatti per il paradiso, e tutta la storia di questa terra e tutte le nostre contraddizioni e difficoltà trovano proprio lì la spiegazione: sono tutte strade per arrivare in paradiso, sono tutte strade per glorificare Dio e, nello stesso tempo, per raggiungere la nostra vera meta, la nostra vera glorificazione.
Ed è proprio in questo cammino che la Beata Vergine è esempio ed è aiuto.
È esempio, perché tutta la sua vita è stata un inno alla volontà di Dio. Non ha cercato se stessa, ha cercato quello che piaceva al buon Dio, quello che lo glorificava. E ha avuto una vita umile, nascosta, sofferente. Non dobbiamo mai dimenticare che proclamiamo la Madonna, in piena verità, come la «Vergine dolorosissima», come la «Regina dei martiri».
Non dobbiamo misurare le cose osservandole da questa terra: dobbiamo misurarle guardando il paradiso. Ecco perché la Madonna non solo seguirà Gesù con la sua anima, ma anche col suo corpo. Il Signore infatti compirà il suo miracolo, assumendola corpo ed anima. La onoriamo come la «Vergine assunta in cielo». In paradiso c’è anche il suo corpo, proprio perché con tutta la sua forza e con tutta la sua completezza ha seguito la via del Signore.
La Madonna è, ancora, il nostro aiuto. La invochiamo sempre: “Rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi… A noi, che siamo gementi in questa valle di lacrime”. La Madonna ci aiuta. Siamo deboli, siamo incerti, siamo attaccati alle cose di questo mondo: la Madonna ci aiuta, perché le cose materiali non soffochino il nostro spirito, e noi possiamo passo per passo camminare dietro di lei e arrivare alla pace eterna.
Guardiamo al paradiso e ripetiamo ciò che diceva san Francesco d’Assisi: “Tanto è il bene che mi aspetto, che ogni pena mi è diletto”.
Non ci sappia fatica osservare la legge di Dio, perché seminare nel bene è sicurezza: “Chi semina nelle lacrime raccoglie nella gioia” (Sl 126,5).
Guardiamo alla Beata Vergine, e al suo cuore di mamma affidiamo la nostra vita.
CODICE | 89E5N01366N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 06/05/1989 |
OCCASIONE | Omelia, Vigilia Ascensione, Novena Pentecoste – II giorno, Catechesi mese di maggio |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Maria, nostro esempio e nostro aiuto |
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