14/08/1985 - Omelia Vigilia Assunzione Battesimo

1 Cr 15, 3-4. 15-16; 16, 1-2; Lc 11, 27-28

La festa dell’Assunzione è festa essenzialmente di gioia, la gioia del tempo visto nell’eternità. La gloria della Madonna ci indica che come è stata glorificata lei, saremo glorificati anche noi, se proseguiremo a camminare nel bene, a vivere una vita simile alla sua perché lei, Regina dei martiri, la Madre dei dolori, ora la vediamo nell’alto dei cieli, in una gloria meravigliosa, al di sopra degli Angeli e degli Arcangeli, Regina e Signora del cielo e della terra. Ci dà e ci indica il senso della vita.

La vita cristiana è, come ha detto Gesù, un seme buttato per terra: se non muore, non porta frutto. E il Battesimo c’inserisce nella morte di Gesù, cioè ci fa unire al mistero di Gesù e ce ne dà i mirabili frutti, le mirabili realizzazioni che ora compiamo con difficoltà, con pena, con oscurità. La vita presente è oscurità, perché sia domani merito di luce.

Abbiamo nel Battesimo questo misterioso possesso di Dio. In Cristo la creatura è trasformata, la creatura è resa figlia di Dio.

Ecco, ricordando tutto questo, noi auguriamo alla bimba che possa crescere nella protezione e nella benedizione della Madonna, perché possa mettere a profitto la grazia che riceve stasera, perché possa essere sempre gioiosa, di una vita cristiana semplice ma profonda, di una vita cristiana ricca di grazia e di amore. Noi auguriamo che possa vivere così nelle altezze del bene. Il mondo presente ha bisogno di bene, ha bisogno di pace. Ecco, le auguriamo di essere strumento di grazia, strumento di pace, strumento d’amore per la sua famiglia e per il mondo.