13/05/1978 - Omelia Vigilia Pentecoste Nov Pent 9

Sant’Ilario 13/05/1978
Omelia, Sabato VII settimana Tempo Pasqua, Novena di Pentecoste - IX giorno - Vigilia

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At 28, 16-20. 30-31; Gv 21, 20-25

In questa veglia, in questa vigilia di Pentecoste, dobbiamo aprire il nostro cuore, aprirlo con vera generosità, aprirlo perché lo Spirito Santo vuol continuare in noi la sua opera di misericordia, vuole prendere sempre più possesso dei nostri cuori, li vuole purificare da tutti gli impedimenti che le nostre miserie, le nostre debolezze hanno costruito.

Lo Spirito vuole purificarci per santificarci, per farci ascoltare la sua voce, per dirigerci in tutte le opere di bene, che la fede domanda da noi.

Vi è una comunione molta profonda, quando un’anima è ben disposta: lo Spirito Santo forma un tutt’uno con l’anima. Diceva bene Tertulliano, anche se la frase va rettamente intesa: “Il cristiano è corpo più anima più Spirito Santo”. Voleva indicare come nel cristiano l’abitazione dello Spirito Santo non è come un libro in un armadio, come un oggetto nella custodia. Lo Spirito Santo viene in noi e penetra fino nelle profondità il nostro spirito, trasforma con la sua potenza creativa, ci fa essere veramente nell’atteggiamento fondamentale che ci dovrebbe essere proprio, quello di figli di Dio adottivi. È lui che ci insegna, quale deve essere il nostro comportamento, con quale umiltà, con quale fervore, con quale gioia, con quale slancio dobbiamo camminare nelle vie dello Spirito; che il Signore non si serve con la pigrizia, che il Signore non si serve con compromessi, che il Signore non si glorifica facendo della nostra vita una ricerca dei nostri comodi.

Lo Spirito Santo vuole veramente che in noi si verifichi con pienezza la Parola di Gesù: voi siete purificati per la Parola che io vi ho rivolto. Ecco, è la Parola che lo Spirito Santo ci spiega, è la Parola che lo Spirito Santo cerca di far penetrare in noi, perché non con il nostro giudizio dobbiamo realizzare le mete della fede, ma proprio nel giudizio di Dio, nella luce di Dio, nella forza di Dio.

Ecco perché in questa vigilia dobbiamo veramente sentire quanto è importante preparare il nostro cuore, perché domani avvenga questa reale, autentica, completa trasformazione. Dipende da noi. Lo Spirito Santo può compiere in noi gli stessi prodigi che ha compiuto negli apostoli, gli stessi prodigi che ha compiuto nei martiri, che ha compiuto nei santi docili alla sua voce. Può compierli questi prodigi! La nostra libertà va adoperata sapientemente. Adoperiamola! È il momento adatto. Impegniamoci, perché veramente si verifichi in noi quella sete di cui parla Gesù: “Chi ha sete venga a me, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno” (Gv 7, 37-38). Sono i fiumi della grazia dello Spirito Santo.

Oh, quanto dobbiamo desiderare, quanto dobbiamo anelare, con tutta la nostra anima, con tutte le fibre del nostro essere: “Vieni, o Spirito Santo! Vieni! Vieni nella nostra intelligenza, vieni nella nostra volontà, vieni nel nostro affetto! Tutto sia in te, tutto sia sempre per te”.

CODICE 78ECN01366N
LUOGO E DATA Sant’Ilario 13/05/1978
OCCASIONE Omelia, Sabato VII settimana Tempo Pasqua, Novena di Pentecoste - IX giorno - Vigilia
DESTINATARIO Parrocchia
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Inabitazione dello Spirito Santo
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