24/05/1980 - Omelia Vigilia Pentecoste Nov Pent 9 Battesimo

Gn 11, 1-9; Gv 7, 37-39

“Fiumi di acqua viva” (cfr. Gv 7, 38).

Il paragone è stato scelto da Gesù, un paragone molto vivo, molto efficace. Comprendiamo: l’acqua, la vita che viene dove c’è l’acqua, la gioia della vita, l’abbondanza della vita, fiumi. È proprio quello che avviene nella comunicazione dello Spirito Santo: un’effusione continua nella Chiesa. Tra tutti i misteri è il mistero che tocchiamo di più, è il mistero che sentiamo meglio, è il mistero che ci dà quella sicurezza profonda, quella gioia serena, quella speranza che non conosce tramonto. La Chiesa non è una riunione di uomini come le altre riunioni, la Chiesa è posseduta dallo Spirito, è guidata dallo Spirito, è sorretta dallo Spirito. Gli uomini possono moltiplicare i loro errori e tutti noi ci battiamo il petto, perché sappiamo di essere peccatori, ma la Chiesa di Dio è santa, perché è posseduta e guidata dallo Spirito di Dio. È così che sentiamo la Pentecoste, come l’azione continua dell’amore infinito di Dio che si piega sull’uomo, che guida l’uomo, che non si sgomenta di fronte alle miserie e ai tradimenti dell’uomo. È Dio che viene in cerca di noi continuamente.

La Pentecoste è continua. Da allora, da quel cinquantesimo giorno dopo la Pasqua che vide la morte di Gesù, nella Chiesa è un continuo fluire, come le acque di un fiume che non vengono mai meno. Ecco, è questa gioia che si rinnovella nel nostro cuore, nella Parola di Dio e particolarmente questa sera, quando celebriamo il sacramento del battesimo, quando sappiamo che una piccola creatura attira in sé Dio infinito. È una piccola creatura che diventa, per mezzo dell’acqua del battesimo, tempio consacrato della gloria infinita del Signore, diventa figlia di Dio, diventa l’oggetto dell’ammirazione di tutto il Paradiso, perché in quel cuore abita meravigliosamente tutta la ricchezza che Dio vuol partecipare all’uomo.

Ecco, questo battesimo ci rappresenta allora tutta la provvidenza soprannaturale del Signore, tutto l’avverarsi della storia della salvezza. Ci rappresenta un mirabile avvenimento che i nostri occhi, arricchiti dalla fede, vedono e che i nostri cuori sentono in profonda letizia. Che cosa, allora, invocheremo su questo bimbo? Nella nostra preghiera invocheremo che il miracolo dello Spirito Santo possa trovare in lui un pronto, continuo acconsentimento, che possa crescere così sotto il sole meraviglioso della grazia, che possa essere di letizia per i suoi e per tutta la Chiesa di Dio, che fiorisca nello Spirito Santo, che sia gioia e profumo di virtù e di bene.

Invochiamo questo, perché il mondo ha bisogno di una nuova epifania dello Spirito, il mondo ha bisogno di trovare dei cuori sani e generosi che possano veramente essere il veicolo di tanto dono e di tanta misericordia. Noi invochiamo questo. Noi auguriamo che proprio ogni giorno in lui, quando sarà cosciente del dono ricevuto, il fuoco dell’amore del Signore possa essere grande, fecondo, possa essere veramente un segno che chiami a Dio, un segno che tutti gli uomini possano avere aperta la strada della redenzione.