1 Re 17,17-24; Gal 1,11-19; Lc 7,11-17.
Siamo stati redenti da Gesù con la sua morte e la sua resurrezione, cioè noi siamo dignitosi, forti, se siamo uniti a Gesù. Se non siamo uniti a Lui, c’è la vita di ogni giorno che dimostra la nostra tristezza.
Siamo uniti alla resurrezione, perchè il Signore ha dato un significato grande, un significato eterno al nostro vivere. Il Signore ci ha uniti strettamente a Sé per cui, quando un cristiano prega, è Cristo che prega; quando un cristiano soffre, è Cristo che soffre; quando un cristiano compie il suo dovere, quando un cristiano accetta la sua chiamata e la sua missione, è sempre Cristo che vive in lui e opera in lui, perchè la resurrezione del Signore è una potenza infinita e siamo chiamati a vivere con più profondità questo mistero.
Vivere la resurrezione.
Il cristiano, proprio perchè unito a Gesù, è un uomo risorto: risorto nell'anima – e la resurrezione di Gesù è stata posta proprio per questo! –, risorto veramente in tutte le sue aspirazioni e in tutte le sue capacità.
Il cristiano è un uomo risorto e compie le cose con la sicurezza dell'eternità, con la sicurezza di realizzare delle cose grandi, che non tramontano.
Il Signore ha detto: "I cieli e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno" (Mt 24,35).
Ecco, vorrei che pregassimo per gli sposi mentre presentiamo a loro l’augurio di poter proprio realizzare questa vita cristiana in pienezza. La vita cristiana non si ferma alle necessarie mortificazioni, va ben oltre; la vita cristiana è un trionfo sul male, è un trionfo sull'egoismo, sulla cattiveria.
Il cristiano sa che Gesù ripete ancora per tutti noi le parole dette alla vedova di Nain: "Non piangere!”.
Ecco, noi auguriamo agli sposi di realizzare questa resurrezione con la loro preghiera, fervida, bella, insieme; una preghiera che salga come incenso al cospetto di Dio, una preghiera che sia espressione di affetto e di confidenza.
Noi auguriamo agli sposi che, partecipando alla liturgia eucaristica, possano innestarsi profondamente nel mistero di Cristo per potere realizzare, giorno per giorno, la loro offerta. Il matrimonio è una missione, una responsabilità a cui chiama Dio. È una missione che va impreziosita unendo nella messa la propria vita, lo svolgersi della famiglia, nella comunione con Cristo Signore morto e risorto.
Noi auguriamo agli sposi di realizzare la loro responsabilità, la loro chiamata, mediante l’apprezzamento della vita, l’apprezzamento dell’amore, perchè la vita esce da Dio e il matrimonio è una chiamata a collaborare a quest’opera meravigliosa che è la vita umana, quella vita che, trascorso il tempo terreno, resta nell’eternità.
Noi auguriamo che proprio nel servizio alla vita si realizzi sempre di più, con sempre maggiore potenza, il loro amore.
Vogliatevi bene, perchè Cristo vi ha chiamato; vogliatevi sempre bene; vogliatevi bene ponendo il vostro amore nel cuore adorabile di Cristo, perchè la vostra vita sia serena e forte, limpida e generosa. E possiate, giorno per giorno, dare testimonianza che il Signore è risorto, che il Signore ama tutti gli uomini e chiama tutti gli uomini alla salvezza e all’amore.
CODICE | 89FAO01339E |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 11/06/1989 |
OCCASIONE | Omelia, X Domenica Tempo Ordinario – Anno C, Matrimonio |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale, sposi |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Vivere da risorti; auguri agli sposi |
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