Os 6, 3-6; Rm 4, 18-25; Mt 9, 913
Tutta la Liturgia di oggi è un inno all’azione di Dio, alla Parola di Dio. Il profeta Osea la rassomiglia alla pioggia, pioggia d’autunno, pioggia di primavera, che rende feconda la terra. E infatti il paragone è molto illuminante, perché il Signore non dà una stilla d’acqua, ma dà un’abbondanza di grazie, dà un profluvio di Parola che è amore.
Ecco perché gli uomini devono, come Abramo, fidarsi di questa Parola, fidarsi, perché Dio è infinitamente fedele, ama tutti gli uomini e ama ogni singolo uomo, per ogni uomo ha la sua Parola, per ogni uomo ha previsto la strada più bella e ha chiamato per questa strada.
Il Signore, infinitamente fedele, ha per ognuno un piano di amore e, se noi corrispondiamo, questo piano di amore diventa la nostra gloria, la nostra gioia, diventa il trionfo della nostra eternità. Ed è qui la consolazione, sovrabbonda ed è una parola di misericordia: “Seguimi!”, ha detto a Matteo e Matteo era un grande peccatore; con una parola accolta, lui ne ha fatto un santo, lui ne ha fatto un evangelista, ne ha fatto un grande apostolo. E la gente, creduta giusta, se ne è scandalizzata, non vedeva il piano di Dio.
Bisogna proprio essere sommamente fiduciosi. La Chiesa non è fatta di persone infallibili, la Chiesa non è fatta di persone che sono già sante, ma di peccatori che cercano di convertirsi. Tutti noi, nessuno eccettuato, ha bisogno della sua misericordia e la sua misericordia resta il documento continuo e importante della nostra esistenza.
Lui ci chiama, lui ci accoglie anche se siamo peccatori, lui ha misericordia, perché lo ha proclamato ed è il punto centrale del suo messaggio: “Misericordia io voglio e non sacrificio”. Erano le parole di Osea, che Gesù prendeva e poneva in un significato pregno di tutta la sua infinita condiscendenza.
Noi ci abbandoniamo a lui, dunque, nella misericordia.
E in questo contesto, in questa Liturgia, i nostri ragazzi vogliono porre la professione di fede, una professione di fede che dice che quest’anno hanno scoperto maggiormente il valore della Parola e vogliono continuare ad approfondirla, vogliono sempre di più vivere alla luce e nella forza di questa Parola. Vogliono porre la loro fede come quella di Abramo, vogliono essere veramente forti di fronte a tutti i pericoli del mondo. Rinnovando la professione di fede, vogliono dire che scelgono sempre con maggior responsabilità e con maggiore cognizione, scelgono il Signore, scelgono la sua strada, seguono il suo cammino, perché sanno che il suo cammino è cammino di amore, cammino di amore che ci unisce a Dio, cammino di amore che li unisce tra di loro e con gli altri uomini. Sentono che nella Chiesa l’amicizia cristiana è un’amicizia di grazia, è un’amicizia di illuminazione, che per essere veramente amici hanno bisogno della Parola di Dio. E vogliono seguire questa Parola, per attuare nella loro giovinezza il regno di Dio.
Ecco, la comunità prega per loro, perché siano sempre fedeli, perché nessuno di loro tradisca il Signore, tradendo la fede, perché vogliono così annunciare alla comunità il loro impegno a vivere generosamente la fede e a dare tanta bontà e tanto amore a tutti.
CODICE | 78FAO01339G |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 11/06/1978 |
OCCASIONE | Omelia, X Domenica Tempo Ordinario - Anno A – Professione di fede |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Sequela di Cristo |
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