Zc 12, 10-12; Gal 3, 26-29; Lc 9, 18-24
“Ma voi chi dite che io sia?” (Lc 9, 20). La parola è rivolta anche a noi e noi vorremmo avere piena, travolgente, la fede di Pietro; vorremmo potere dire con tutta la vita: “Sì, tu sei il Cristo di Dio” (cfr. Mt 16, 16). Ciò che ci deve muovere, ciò che ci deve guidare, ciò che ci deve dare letizia è la fede in lui, è l’incontro con lui. E’ un incontro che deve far pulsare tutta la nostra comunità, la fede in lui, come abbiamo sentito san Paolo: “Voi, che siete stati battezzati, vi siete rivestiti di Cristo” (Gal 3, 27). Sì, la nostra fede è un rivestirci di lui, è un adottare pienamente la sua linea, è un conformare totalmente la nostra vita alla sua, è realizzarci, realizzando lui. La nostra vera e autentica personalità è, così, un’unione fervida con Cristo.
Io vorrei che oggi, e lo vorrei ponendo la preghiera più fervida per questo, vorrei che questo giorno avesse un solo significato: questo rivestirci, questo adottare Cristo.
La nostra comunità deve essere sempre e in tutto secondo la parola del Vangelo. La nostra comunità deve unicamente tendere alle realizzazioni di fede, deve sentire il suo compito di essere Chiesa, che prima di tutto è rivivere Cristo e poi è manifestarlo nella parola e nelle opere.
Rivestirci di Cristo, sentire che tutto il resto non conta, conta questo, conta realizzarci secondo questa linea. Una Chiesa perciò viva, una Chiesa fervida, una Chiesa che accetta di avere lo stesso itinerario di Cristo: “Se qualcuno vuole venire dietro a me …” (Mt 16, 24), accettando le contraddizioni e la lotta, accettando la sofferenza di ogni giorno, purché Cristo sia amato e sia riconosciuto. Conta unicamente la salvezza delle anime, conta unicamente dar gloria a Dio.
La nostra comunità, da questi avvenimenti, deve prendere un solo insegnamento: camminare forte. Non è un giorno d’arrivo, è un giorno di partenza, di partenza per essere più autenticamente cristiani, per essere più evangelicamente distaccati dai beni della terra, per essere tesi alla salvezza della nostra gioventù, perché sono anime che Cristo ha redento con tutto il suo sangue. Ecco allora, umilmente ma fervidamente, invochiamo san Giovanni Bosco, perché voglia ottenerci dal Signore questo fervore di vita, questa generosità continua, questo impegno che non si stanca mai. Lo abbiamo voluto come patrono e come modello proprio per questo, in quest’ordine, con questi propositi, con queste aspirazioni, perché in tutto sia glorificato il Signore.
CODICE | 77FIO0133BN |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 19/06/77 |
OCCASIONE | Omelia, XII Domenica Tempo Ordinario - Anno C - Inaugurazione Oratorio “San Giovanni Bosco” |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Fede, rivestirsi di Cristo |
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