Sap 1, 13-15; 2, 23- 24; 2 Cor 8, 7. 9. 13-15; Mc 5, 21-43
I nostri occhi devono restare fissi sulla figura di Gesù. La meravigliosa figura di Gesù. Il Figlio di Dio è la pienezza della vita. Nessuna cosa resiste davanti a lui, non la malattia, non la morte. Basta avere fede. È la fede che a noi manca. Siamo poveri di fede. Nonostante tante prove, nonostante tante grazie, la nostra fede è molto povera. Dobbiamo allora, è il movimento della fede, andare sempre di più a Gesù e scoprirlo nella sua grandezza, nella sua bontà, nell’ abbondanza dei suoi doni. Vivere, perché lui è il Vivente. Vivere ed operare, perché lui opera. E dalla morte fisica e dalla malattia fisica andiamo in un campo più importante e più vasto: il campo delle anime. E’ morto e risorto, perché noi possiamo avere la vita e averla in abbondanza. Cosa conta vivere molto della vita del corpo, quando l’anima è morta e languisce? Cosa importa godere una salute fisica invidiabile, quando l’anima è corrosa dai vizi o dalla mediocrità? Noi siamo invitati ad andare a Gesù e ad avere una vita spirituale profonda, una vita spirituale ricca, una vita spirituale efficiente sotto tutti gli aspetti. Cosa vuol dire credere in Gesù Vita? Vuol dire sapere, che fuori di lui non c’è una vera vita, non c’è un senso della vita, che fuori di lui c’è la desolazione della morte e della putrefazione, che quando un’anima non sta con Gesù può avere le manifestazioni false di giocondità, le manifestazioni false di una esaltazione, che non va al di là dell’istinto. False, dico, perché vanno contro la vera logica e la vera esigenza dell’anima. Gesù è vita. Gesù è tutto. Chi sceglie lui sceglie la vita della grazia, la vita dell’amore, la vita piena e magnifica di ogni giorno. Allora questa scelta deve essere continuamente operata da noi. Gesù si sceglie sempre, perché le tentazioni contro di lui nella vita presente sono perenni. Se vogliamo essere suoi ci dobbiamo sforzare. Dobbiamo essere persuasi che solo nel superamento delle nostre forze condizionanti noi possiamo vivere di lui. Vivere di Cristo è un dono, ma è ancora una conquista. Vivere di Cristo è un’ entusiasmante avventura che dobbiamo compiere ogni giorno. Essere con Gesù vuol dire sentire come lui, scegliere come lui, sperare sulla sua parola. Col suo sangue noi siamo stati redenti. Lo ha sparso tutto. Non ha voluto tenere nel suo corpo una goccia sola. Lo ha sparso per tutti, lo ha sparso per ognuno, lo ha sparso per amore di tutti gli uomini, lo ha sparso per ognuno di noi. Tutto il suo sangue ci appartiene. È giusto allora che guardiamo a questo sangue, per guardare al suo amore e capire quanto facciamo bene a stare uniti a lui. La pietà cristiana ha dedicato il mese di luglio al culto del preziosissimo sangue. Ecco: sangue, fuoco, amore. È nel suo amore che noi dobbiamo trovare la forza di ogni superamento. È nel suo amore che noi abbiamo la certezza della sua presenza e del suo aiuto. Uniamoci al sangue vivo di Cristo, che viene offerto sull’altare in ogni Messa e vogliamo salvare la nostra anima e portare questo sangue alle anime di tutti coloro che sono bisognosi: bisognosi di misericordia, bisognosi d’amore, bisognosi di vita. È questa la nostra gioia. È questa la nostra missione.
CODICE | 79G0O0133CN |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 01/07/1979 |
OCCASIONE | Omelia, XIII Domenica del Tempo Ordinario - Anno B - Festa del Preziosissimo Sangue |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Fede |
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