07/07/1974 - Omelia XIV Domenica Ord ore 6.30 e 8.15

Sant'Ilario d'Enza, 07/07/1974
Omelia, XIV Domenica Tempo Ordinario - Anno C - Messa ore 6, 30 e 8, 30 incompleta

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Is 66, 10-14; Gal 6,14-18; Lc 10, 1-12. 17-20

MESSA ORE 6, 30

La Liturgia di oggi sottolinea l’impegno, un vero impegno, che ogni cristiano deve avere in ordine all’evangelizzazione. Non sono semplicemente alcuni, una categoria che deve portare la Parola del Signore: tutti devono portare la Parola del Signore, perché tutti l’hanno ricevuta. Ricevere la sua Parola è come ricevere il fuoco e il fuoco è comunicativo, non si può tenerlo solo per sé, bisogna darlo.

Ecco che la riflessione ci presenta il tipo del cristiano preoccupato solo di sé, che pensa di essere a posto perché non fa niente di male, il tipo del cristiano che è chiuso nell’egoismo.

“La messe è molta”, ha detto Gesù, “gli operai sono pochi” (Lc 10, 2), proprio per questa forma di egoismo, proprio perché ognuno pensa che ha già abbastanza preoccupazioni, che ha già abbastanza peso, che non deve cercare altre cose, che lui poi chiama noie.

Effettivamente, quando uno vuol seguire Gesù, non può chiudersi così in un circolo di cose umane; se si ferma lì, dimentica il suo Battesimo, dimentica il significato vero della nostra vita, dimentica particolarmente il precetto della carità, perchè la carità che abbiamo ricevuto nel nostro cuore con la comunicazione dello Spirito Santo, dice che dobbiamo veramente amare tutti e veramente portare perciò agli altri ciò che di buono il Signore ha diffuso in noi.

L’evangelizzazione, il cercare di fare del bene, il cercare di affiancare le opere di bene, il cercare di essere attivi, pronti, aperti non è da classificarsi nelle opere buone, ma piuttosto nelle opere doverose, quelle opere senza le quali noi perdiamo la nostra qualifica, noi perdiamo la nostra essenzialità cristiana, perché è essenziale per un cristiano vivere di carità e la carità è che bisogna essere disponibili al regno di Dio, bisogna essere pronti a fare quanto vuole il Signore per il bene di tutti.

Nella Chiesa ognuno deve essere un membro attivo, un membro forte, generoso, pronto. La lotta contro ogni forma di pigrizia, la lotta contro ogni forma di assenteismo, la lotta contro ogni forma di chiusura resta un programma vivo e continuo di un cristiano. Fare del bene, fare del bene attorno a noi, fare del bene secondo le nostre forze, la nostra intelligenza. Particolarmente, fare del bene essendo ben docili allo Spirito Santo perché, se siamo pronti, lo Spirito Santo agisce in noi e ci rende i suoi mezzi per la santificazione di tutti. Ricevere per dare, ricevere per comunicare. Ogni cristiano che viene a Messa deve portare fuori la sua Messa, ogni cristiano che viene a Messa deve rendere partecipi gli altri attraverso la sua pazienza, la sua bontà, il suo buon esempio, la sua parola, la sua attività; deve rendere partecipi gli altri.

Questo è un elemento importantissimo che noi vogliamo meditare durante questa Liturgia e vogliamo rendere elemento di somma importanza in tutti i giorni della nostra settimana.

MESSA ORE 8, 30

La parola del Signore è molto esplicita. La dimensione autentica del cristiano è una dimensione missionaria, il che vuol dire: se uno è missionario è cristiano, se uno rifiuta questa dimensione non è cristiano. Notate bene, non allora qualche gesto, non allora qualche partecipazione, il cristiano è sostanzialmente missionario ed è evidente: che cosa è stato Gesù? L’inviato, il missionario del Padre. Gesù è venuto su questa terra per portare, il suo Vangelo è la sua azione, quell’azione che è culminata nel Mistero Pasquale della sua passione e della sua morte.

È in quell’ordine, quindi, che anche colui che appartiene a Gesù, il cristiano è un membro di Cristo, deve essere missionario.

E che cosa vuol dire questo termine “missionario”? Viene dalla parola “missione”, uno che ha una missione. La missione è collaborare al regno di Dio, è costruire insieme con Gesù il regno di Dio, è dunque la partecipazione piena all’opera della salvezza. Il cristiano è per il mondo, la Chiesa è per il mondo.

E abbiamo ascoltato: nella prima Lettura c’è il profeta Isaia che parla della prigionia di Babilonia e del ritorno glorioso degli Ebrei che riedificano il tempio, della loro incontenibile letizia. È un primo elemento allora per scoprire la nostra missionarietà: noi su questa terra siamo come gli Ebrei che andavano, che lavoravano, che pieni di fiducia erano pronti ad eseguire tutto quello che il Signore voleva da loro.

La nostra missionarietà sta dunque nel sentire che questa terra non può essere il luogo nostro, ma deve essere il passaggio nostro. Se dobbiamo costruire il regno di Dio su questa terra, è in una visione che chiamiamo escatologica, cioè è in una visione trascendente verso un punto focale, che è il regno glorioso di Dio.

Ecco perché diciamo: “Grandi sono le opere del Signore”. Le opere del Signore sono in questo senso, che tutto è coordinato per il bene, per il trionfo. Il cristiano sa che deve passare attraverso la croce. San Paolo ce lo ricorda nella seconda Lettura: “Io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo” (Gal 6, 17), i segni della sua passione, i segni della sua sofferenza. Il cristiano sa che il suo vanto non è che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo del quale il mondo è stato crocefisso; noi per il mondo.

Ecco allora che la missionarietà sta nel partecipare all’opera del regno di Dio nello stesso modo che ha fatto Gesù, attraverso la croce, attraverso l’impegno, la sofferenza, attraverso tutto ciò che il Signore permette di travaglio nella nostra vita. Il cristiano non pretende, e la sua pretesa sarebbe assurda, non pretende di essere un privilegiato, d’avere meno croci degli altri, di avere meno fastidi degli altri. Il cristiano sa solo che quelle croci e quei fastidi sono un mezzo di salvezza per lui e per gli altri, come lo sono stati per Cristo. Cristo ha sofferto nel suo corpo e nella risurrezione Dio lo ha premiato; ma quelle sue sofferenze sono servite per la salvezza di tutti gli uomini.

Ed ecco che nel Vangelo abbiamo una terza nota evidente: il muoversi. Il missionario è uno che va; ecco “Io vi mando” (Lc 10, 3). “Vi mando nella mansuetudine, voi rifiutate la violenza; vi mando come agnelli in mezzo ai lupi. Vi mando e non dovete fidarvi della ricchezza: non portate denaro. Andate così, non basati su elementi umani, ma sulla parola, muoversi sulla parola”. Portare quello che il Signore vuole per ognuno di noi, in diversi modi. C’è chi è missionario nella preghiera e nella preghiera e nella Messa cerca di contribuire alla salvezza dell’universo: si muove nella preghiera. C’è chi si muove attorno a sé nella cerchia ristretta del suo ambiente, c’è chi va in paesi lontani, importante è muoversi. Il missionario che non si muove è un missionario fallito. Muoversi è ottenere, perché ci si muove sotto il suo comando. “I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: “Anche i demoni si sottomettono a noi” (Lc 10, 17).

Fidarsi del Signore, basarsi sulla sua Parola, muoversi nella sua Provvidenza è sicurezza, è sicurezza di ottenere, è sicurezza di collaborazione. Via i pigri allora, i neghittosi, gli indifferenti, gli egoisti, coloro che sono solo preoccupati di se stessi, che hanno paura. Via dal regno di Dio coloro che non vogliono muovere un passo, perché sono legati dai loro interessi materiali. Il regno di Dio ha delle esigenze supreme: muoversi! Fare quello che è possibile, collaborare con gli altri, formare un’unità! Muoversi vuol dire non agire a capriccio, non agire secondo un proprio momentaneo gusto, entrare nelle ragioni supreme del regno di Dio.

Ecco questo è ciò che la Liturgia di oggi ci propone e ognuno di noi indubbiamente avrà motivo, ecco, di esame di coscienza, perché molte volte siamo fermi, ma molte volte non comprendiamo le ragioni del regno di Dio e siamo così dimissionari dall’opera. Sentiamo invece come è giusto, come è bello, come riempie la vita entrare così nella dimensione missionaria.

CODICE 74G6O0133DN
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 07/07/1974
OCCASIONE Omelia, XIV Domenica Tempo Ordinario - Anno C - Messa ore 6, 30 e 8, 30 incompleta
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Missionarietà
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