14/07/1985 - Omelia XV Domenica Ord Campeggio maschile

Am 7, 12-15; Ef 1, 3-14; Mc 6, 7-13

Abbiamo ascoltato la Parola di Gesù. Manda gli apostoli e dà un criterio di scelta. Ci insegna il Signore la validità delle cose, quali sono le cose che valgono di più, quali sono le cose che valgono di meno, perché non dobbiamo essere in una prospettiva senza rilievi. Nella vita ci sono delle cose che sono assolutamente prime e ci sono delle cose che vanno dopo. E è inutile ripetere, ma dobbiamo dire che Dio è il primo e la sua azione deve essere accolta come prima. Dio non si mette mai al secondo posto. È bestemmia, è sacrilegio mettere Dio al secondo posto, immaginiamoci poi quando lo si mette all’ultimo posto. Avete sentito san Paolo cosa dice: “La nostra ricchezza è nel piano di Dio, la nostra ricchezza è nella scelta che Dio ha fatto e prima che fosse il sole, prima che fosse la creazione, ci ha scelti per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità” (cfr. Ef 1,4). Ci ha voluto dunque degni di lui, ricchi di amore, ricchi di generosità, tesi a ciò che è eterno. Ciò che non è eterno deve essere messo dopo. Noi allora poniamo il nostro esame di coscienza così: se nella nostra vita abbiamo rispettato questa gerarchia di valori, se nella nostra vita abbiamo preferito il Signore alle cose del mondo, se abbiamo preferito il Signore alle nostre passioni, ai nostri capricci, ai nostri comodi, alle nostre voglie. Dio prima di tutto, perché Dio ci ha scelti per cose grandi e se non diventiamo grandi … In Paradiso bisogna andare, in Paradiso sono tutti santi, se non facciamo la scelta stessa di Dio la nostra vita paurosamente si impoverisce. Guardiamo, guardiamo in pratica se abbiamo messo prima Dio ogni giorno nella preghiera, nell’osservanza dei suoi comandamenti, nel respingere le facili e continue tentazioni. Prima Dio, prima le opere di Dio, prima il suo amore che ci porta gioia, che ci porta pace, perché “Dio ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale”.